A Città di Castello all’interno della suggestiva cornice cinquecentesca di Palazzo Vitelli alla Cannoniera è custodita la ricca collezione di opere d’arte della Pinacoteca Comunale. Di estremo interesse la facciata del Palazzo decorata a graffito da Cristoforo Gherardi su disegno di Vasari e gli affreschi delle sale realizzati da Cola dell’Amatrice e Gherardi, con raffigurazioni che esaltano le doti militari del condottiero Alessandro Vitelli che lo abitò.
A caratterizzare la raccolta sono i dipinti, provenienti principalmente da chiese locali, eseguiti da grandi maestri che hanno lasciato il loro segno nel Rinascimento quando la città era nel suo periodo di massimo splendore. Tra questi Luca Signorelli che, su commissione di famiglie nobili e ordini religiosi, realizzò numerose opere, alcune delle quali oggi in Pinacoteca. La più antica è il frammento di affresco del 1474 proveniente dalla Torre Civica, raffigurante il volto di San Paolo che testimonia la vicinanza dell’artista a Piero della Francesca. Dalla chiesa di San Domenico proviene il Martirio di San Sebastiano (1497-98), dove spicca la fisicità di arcieri e balestrieri ed il corpo martoriato di Sebastiano.
Quest’opera, una delle più significative del Signorelli, è stata da poco collocata accanto al Gonfalone della Santissima Trinità (1499-1501) del giovane Raffaello, a continuare il secolare dialogo tra i due maestri. In Pinacoteca si potranno ammirare anche: lo Stendardo processionale dedicato a San Giovanni Battista, realizzato dal Signorelli con i suoi collaboratori (1496-1502) per l’omonima confraternita; la pala di Santa Cecilia (1516) eseguita dai suoi allievi per la locale chiesa francescana dove, tra le pieghe dell’abito di Santa Caterina è celata la firma del maestro in lettere pseudocufiche e le copie dei ritratti di alcuni personaggi della famiglia Vitelli realizzati dal cortonese e oggi conservati in collezioni private e musei.
A completare il percorso opere di grandi artisti quali Ghiberti, Ghirlandaio, Pomarancio, Della Robbia, oltre ad una interessante sezione moderna con De Chirico, Guttuso, De Pisis, Mafai, Carrà, Palazzi, Bartoccini e Nuvolo.
La Diocesi di Città di Castello si estende nella parte settentrionale della regione Umbria ed include i comuni dell’Alta Valle del Tevere: Città di Castello, Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino e parte del comune di Umbertide. Le chiese, le pievi, gli oratori e i conventi custodiscono ancora oggi testimonianze del passaggio di artisti che hanno vissuto e lavorato in questi luoghi.
L’Oratorio di san Crescentino a Morra, costruito nel 1420, custodisce un ciclo di affreschi attribuiti a Luca Signorelli e alla sua scuola. La tradizione vuole che il pittore, tra il 1507 e il 1510, spostandosi da Cortona a Città di Castello per commissioni di lavoro, si fermasse a Morra. L’interno della chiesa, nella parete sinistra, accoglie la Madonna della Misericordia. In alto, alcuni affreschi frammentari: l’Incredulità di San Tommaso, l’Ingresso di Gesù a Gerusalemme, l’Orazione nell’Orto, l’Ultima Cena e la Flagellazione. Lungo la parete di destra, in alto: la Crocifissione, la Deposizione dalla Croce, la Discesa di Gesù nel Limbo, la Deposizione nel sepolcro e la Resurrezione. Di questi, gli affreschi che rappresentano la Crocifissione, la Flagellazione e quelli dell’Altare maggiore sonori ritenuti opera del maestro.
Il passaggio di Signorelli a Città di Castello è testimoniato, nella chiesa di san Giovanni decollato a Città di Castello, da alcuni interessanti dipinti attribuiti alla sua scuola. La chiesa era sede dell’omonima Confraternita, già documentata nel 1367 e nel 1642. L’interno è ad un’unica navata. Le pareti dell’aula e del presbiterio sono tinteggiate monocrome, ad esclusione di due dipinti murali attribuiti alla bottega del Signorelli: uno posto in una nicchia sul lato destro dell’aula, e l’altro nella parete frontale del presbiterio: il primo rappresenta il Battesimo di Cristo, mentre quello sul lato destro dell’aula, raffigura la Madonna in trono con Bambino tra Santi e Angeli.
Tracce di Luca Signorelli e dei suoi allievi, sono presenti anche nel Museo diocesano di Città di Castello. Nel suggestivo salone gotico, infatti, è esposta una pregevole tavola di scuola signorelliana datata 1492, che rappresenta la Madonna in trono con Bambino, san Gerolamo e il beato Colombini da Siena. L’opera proviene dal Convento dei Gesuiti. È di proprietà del Seminario vescovile da quanto, nel 1653, fu soppresso l’ordine dei Gesuiti.
La trecentesca chiesa di Santa Croce, oggi Museo civico, ospita numerose testimonianze di valore artistico e storico. Opera di punta è la pala della Deposizione sull’altare maggiore dipinta da Luca Signorelli nel 1516, l’unico fra i tanti lavori su tavola del maestro cortonese a trovarsi ancora nel suo sito originale. Di grande importanza sono anche altre opere provenienti dalla vicina chiesa di San Francesco tra cui una grande tela di Niccolò Circignani detto il Pomarancio raffigurante la Madonna con il Bambino in gloria (1577) e il San Rocco, scultura polimaterica di Nero Alberti da Sansepolcro (1528). Il museo ospita anche una interessante sezione archeologica, con reperti provenienti da un insediamento sul Monte Acuto. Di particolare interesse l’organo a canne realizzato nella prima metà dell’Ottocento da Angelo Morettini, tutt’ora funzionante.
Al centro di San Giustino sorge Castello Bufalini, raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra, che conserva gran parte delle decorazioni e degli arredi realizzati tra Cinquecento e Novecento, oltre un giardino all’italiana con limonaie, giochi di fontane e un labirinto. La storia dell’edificio è legata alla famiglia Bufalini, che ha posseduto il castello fino al 1989, quando è stato acquisito dallo Stato ed ora afferisce al Ministero della Cultura – Direzione Regionale Musei Umbria. Al suo interno la tavola raffigurante la Madonna con Bambino e incoronata da due angeli mentre poggia su una nuvola, ai lati i santi Cristoforo e Sebastiano, attribuita alla bottega di Luca Signorelli. L’opera proviene dalla chiesa di Sant’Agostino a Città di Castello ed è forse legata ad una committenza al pittore cortonese da parte della famiglia Bufalini.
Citerna si affaccia sull’anfiteatro naturale della Valtiberina, a cavallo tra il paesaggio umbro e la luce delle valli toscane, sospesa tra il mistero architettonico del Medioevo ed il rigoglio artistico del Rinascimento. Il borgo antico di Citerna abbraccia e racchiude in sé le influenze storico – artistiche delle due regioni, sulla via del cammino di Francesco. All’interno delle mura antiche si incontra la Chiesa Museo di San Francesco che conserva capolavori rinascimentali. Entrando per la navata si incontra la nicchia con gli angeli dipinti da Luca Signorelli tra il 1500 ed il 1523, anno della sua morte. Proseguendo si incontra la Deposizione di Pomarancio e la Madonna col Bambino scolpita in terracotta policroma da un giovane Donatello.
Il Museo Comunale ha sede nella chiesa e nell’ex convento di San Francesco. La Chiesa, di semplice struttura tipica degli ordini mendicanti, ospita tracce di affreschi risalenti al XIV-XVI secolo. La Pinacoteca custodisce numerose opere provenienti da edifici storici e religiosi del borgo, testimoni dei rapporti del borgo con Perugia e Città di Castello. Tra le opere di maggior pregio: la Deposizione lignea del XIII secolo e la Madonna della Misericordia di Bartolomeo Caporali del 1482.
Importanti influenze signorelliane sono riproposte attraverso l’Annunciazione tra i Santi Fedele e Lazzaro e l’Immacolata tra Profeti e Sibille, riconducibili a Vittorio Cirelli e Tommaso di Arcangelo Bernabei detto Papacello, artisti provenienti dalla fiorente bottega di Luca Signorelli nella sua ultima fase artistica in Alta Valle del Tevere. Nell’Immacolata con profeti e sibille, rappresenta l’Immacolata entro una mandorla di cherubini sormontata dalla colomba e dall’Eterno, un vivo richiamo alla pittura di Luca Signorelli nelle ombreggiature e nell’utilizzo dei pigmenti.
Il piccolo borgo medievale di Monte Santa Maria Tiberina, fu, a partire dal X secolo, feudo dei Marchesi del Monte. Diverrà residenza di Guido di Montemigiano, primo Marchese del Monte, nel 1250. Questo feudo rimase indipendente fino al congresso di Vienna del 1815, per poi venire incamerato dal Granducato di Toscana nel 1816. Durante la sua indipendenza, il Marchesato batteva una propria moneta (Fiorino Montesco), di valore pari al Fiorino d’oro della Repubblica Fiorentina, e tra le sue prerogative vi era anche il potere di dichiarare guerra. Tra le molte importanti personalità della casa marchionale dei Bourbon del Monte, si citano Guidobaldo del Monte, che lanciò Galileo Galilei nel mondo della scienza. Dal 1990, il Castello ospita il Museo che illustra la storia del Marchesato. Nell’Anno Signorelliano, Artisti al monte nei fine settimana del 20 e 21 maggio, 27 e 28 maggio ospiterà una esposizione ispirata ai due grandi del Rinascimento, Luca Signorelli e il Perugino.
La Chiesa di San Nicolò custodisce al suo interno una pala dipinta intorno al 1515 da Eusebio di Jacopo di Cristoforo detto da Sangiorgio, allievo del Perugino, raffigurante una Madonna con Bambino in trono tra san Nicola di Bari, san Romualdo, il beato Bucarello e santa Francesca Romana.
La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri è stata istituita nel 1978 per volontà di Alberto Burri. Le tre sezioni espositive presenti in città costituiscono la raccolta più esaustiva del lavoro del maestro. A Palazzo Albizzini, l’esposizione delle opere predisposta dallo stesso Burri comprende 150 opere datate dal 1948 al 1985 dove il pittore indaga le capacità espressive di alcuni materiali di uso quotidiano: pietra pomice, bitume, sabbia, segatura, sacchi logori, lamelle di balsa, vecchie stoffe di ogni tipo, lastre di ferro, fogli di plastica. Nell’immediata periferia di Città di Castello, gli Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurati nel 1990, costituiscono un esemplare recupero di archeologia industriale operato per volontà di Alberto Burri. Vi sono esposte 128 opere realizzate fra il 1974 e il 1993 dove l’interesse del pittore si concentra primariamente su un unico materiale: il cellotex, una sorta di impasto di legno impiegato sin dai primi quadri degli anni Cinquanta. La sezione dedicata alla grafica è stata inaugurata il 12 marzo 2017 nel seminterrato degli Ex Seccatoi e consta di 196 opere create fra il 1957 e il 1994. Completano la visita una sezione documentaria e la biblioteca multimediale.
Il Centro delle tradizioni popolari Livio Dalla Ragione, istituito nel 1974, ha sede nella casa colonica di pertinenza della cinquecentesca Villa Capelletti ed è stato ideato e curato da Livio Dalla Ragione (1922-2007). Il museo costituisce uno dei primi esempi realizzati in Italia di raccolta dedicata alla tradizione rurale. Il museo malacologico Malakos ospita la più grande raccolta malacologica privata in Europa composta da 600.000 esemplari per oltre 15.000 specie e una bellissima barriera corallina.
La Fondazione Archeologia Arborea si trova a San Lorenzo di Lerchi e ha lo scopo di recuperare le antiche piante da frutto presenti fin dall’antichità in Alta Valle del Tevere. È presente un frutteto-collezione composto da circa 500 esemplari di diverse specie e 150 germoplasti autoctoni.
La Tipografia Grifani-Donati fu fondata nel 1799 dagli stampatori di Assisi Francesco Donati e Bartolomeo Carlucci. Attiva ancora oggi è l’unica tipografia al mondo ad essere sempre stata gestita da un tipografo della famiglia fondatrice e conserva numerose attrezzature ancora funzionanti.
La collezione “Tela Umbra”, fondata nel 1908 per iniziativa del barone Leopoldo Franchetti (1847-1917) e della moglie, la baronessa Alice Hallgarten (1874-1911), è situata nell’antico palazzo Alberti Tomassini, nel centro storico di Città di Castello. Nel percorso museale sono esposte prestigiose creazioni tessili, filati, telai d’epoca visibili in funzione. Uno spazio particolare ospita un’aula tipo delle scuole elementari rurali dove fu sperimentato il metodo di Maria Montessori, che stampò qui la prima edizione, nel 1901.
A Pistrino, frazione del Comune di Citerna, ha sede il Museo Bartoccini, che custodisce una ricca collezione di opere donate alla cittadinanza dallo scultore Bruno Bartoccini (1910-2001). Il Piccolo Museo di Fighille è situato nel centro storico della frazione citernese, nell’edificio che storicamente ospitava la Dogana Pontificia. E’ uno spazio espositivo che accoglie oltre 200 opere di pittura e scultura contemporanea, realizzate durante il Premio di pittura ‘FighilleArte’.
Il Centro per l’arte contemporanea Rocca di Umbertide si trova nel centro storico della città, ospitata da una possente fortezza medievale realizzata alla fine del XIV secolo dall’architetto Angeluccio di Ceccolo su progetto di Alberto Guidalotti. Dagli anni Ottanta è una sede espositiva dedicata ai maggiori protagonisti dell’arte italiana del Novecento: Balla e Boccioni, Guttuso, Mafai, Scipione, Pirandello, De Chirico, Carrà, De Pisis.
La posizione in cui sorge il comune di San Giustino, grazie al clima mite e all’abbondanza di acqua, fu apprezzata fin dall’antichità, come testimonia la presenza nella frazione di Colle Plinio dei resti della villa di Plinio il Giovane (I sec. d.C.), la cui importanza è narrata all’interno del museo allestito nella vicina Villa Graziani a Celalba, un edificio seicentesco che svetta sul paesaggio circostante. La Villa ospita le mostre di Bruno Bartoccini (1910-2001) e Attilio Pierelli (1924-2013).
La storia della lavorazione del tabacco è legata a San Giustino dalla piccola frazione di Cospaia, antica repubblica rimasta indipendente dal 1441 al 1826, in cui fu coltivato per la prima volta. Il Museo storico e scientifico del tabacco, è ricavato in un antico magazzino del tabacco, esempio di archeologia industriale e un tributo alle tabacchine che furono tra le prime donne ad abbandonare il tradizionale lavoro casalingo, per essere inserite nelle grandi fabbriche.
La tipografia Pliniana nella frazione di Selci conserva ed espone nell’ala museale macchinari antichi tra i quali ancora perfettamente funzionanti: una tastiera Monotype, una fonditrice Monotype del 1955, una Li- notype dalle officine Meta.