Avente sede nella centralissima piazza Matteotti n. 2 a Città di Castello, l’Archivio storico della Libreria editrice Paci LA TIFERNATE e della Casa editrice IL SOLCO raccoglie la documentazione riguardante due interessanti realtà editoriali tifernati del 1900: la libreria editrice Paci LA TIFERNATE (fondata da Giuseppe Paci nel 1926) e la Casa editrice IL SOLCO (fondata nel 1921).
La ricca documentazione (comprendente opere a stampa, bozzetti, disegni, corrispondenza, matrici tipografiche, contabilità, documentazione societaria…) racconta di una storia passata, ma viva e di una intraprendenza e passione che, pur con pochi mezzi economici, hanno saputo creare dei veri capolavori editoriali ed essere un dinamico riferimento culturale per la città in un periodo difficile quale quello della seconda guerra mondiale e del dopoguerra.
Inventariato da Antonella Lignani ed Enrico Paci nel 2012, l’archivio è stato dichiarato nel 2016 di “notevole interesse storico” da parte della Soprintendenza archivistica per l’Umbria. Nel 2023 è stato inserito nella Rete Interattiva Museale dell’Alto Tevere e tra i luoghi culturali della Regione Umbria. La sede, allestita in forma di piccolo museo, è visitabile su appuntamento.
Nel 1926 Giuseppe Paci, all’età di ventitrè anni, abbandona il mestiere di tipografo e rileva la cartoleria Valori nella centralissima piazza Vitelli (detta “di sopra”) a Città di Castello (PG). L’anno successivo decide di lanciarsi in una nuova avventura fondando la “Libreria Editrice La Tifernate – G. Paci editore”, inaugurando l’attività con il testo di S. Rondini, Vittima d’amore, Vita di S. Veronica Giuliani (stampato dalla scuola tipografica “Orf. Sacro Cuore”).
L’attività della piccola libreria editrice, all’inizio sporadica, va crescendo e differenziandosi fino a organizzarsi, nel secondo dopoguerra, in collane:
Una collana di manualistica con compendi per gli studenti, chiamata ironicamente “Manuali Ficcachiodo”. La collana “Libri Scanzonati” con testi satirici e barzellette di contenuto manifestamente antifascista stampati subito dopo la caduta del regime. Altre collane sono “Libri Critici” , “Quaderni di Attualità”, “Libri tecnici” (rimangono alcuni esemplari dei volumi Il quindicinale per la paga degli operai e Il prontuario dei conti fatti), “Libri Incantati” (per ragazzi).
Nell’immediato dopoguerra Giuseppe Paci decide di ristampare alcuni classici allora scarsamente reperibili: Le avventure di Pinocchio di C. Collodi (1944), illustrato dalle linoleumgrafie di B. Albi Bachini (allora quindicenne), I promessi Sposi di A. Manzoni (1945), illustrato da Aldo Riguccini (De Rigù), Le mie prigioni di S. Pellico, illustrato da Nemo Sarteanesi. È in questi testi, forse più che in altri, che l’editore ex tipografo riversa la propria passione per la stampa e per la letteratura, arricchendo le edizioni oltre che di raffinate illustrazioni anche di prefazioni di importanti studiosi ed intellettuali: il prof. Attilio Momigliano (allora in Alto Tevere per sfuggire alle persecuzioni fasciste) e il prof. Raffaele De Cesare.
A partire dal 1947 Giuseppe Paci iniziò a pubblicare la rivista mensile destinata a studenti di francese La Petite Bibliothèque Française, pour les enfants italiens, fondata dal prof. Giacomo Giacomini con il prof. R. De Cesare quale direttore responsabile e il prof. Quintilio Marsili come redattore e numerose collaborazioni tra disegnatori (Fernando Fusco, Maria Riccardini-Zampini, Baldino) e intellettuali (prof. Elpidio Tocchini, prof. Riccardo Bartoccioni) che rendevano ogni numero ricco di contenuti sia letterari che grafici. La rivista ebbe un certo successo di pubblico e critica e una considerevole diffusione nel territorio nazionale.
Con la morte (a soli 61 anni) del cav. Giuseppe Paci l’avventura editoriale della piccola libreria editrice – o perlomeno la sua fase più esplosiva – va a scemare, sia per il venir meno del suo padre fondatore, curatore e factotum, sia per i notevoli e radicali cambiamenti nel settore editoriale.
Rimane, e non è poco, la bella storia del sogno di un giovane tipografo che apre una libreria e gioca – seriamente – a fare l’editore.
Nel 2021, questo sogno viene fatto rivivere con la riapertura dell’attività editoriale che ha inaugurato con la ristampa anastatica dello storico volume Le avventure di Pinocchio del 1944. L’operazione è stata arricchita con la realizzazione di un audiolibro musicato della versione integrale del romanzo.
Una vanga con inserito un libro aperto nel quale è scritto il motto “Dissodare”: questa la marca tipografica (opera del pittore romano Carlo Alberto Petrucci, della quale è conservato il bozzetto originale) di una Casa editrice che rappresenta un interessante momento della vita intellettuale ed imprenditoriale di Città di Castello. Siamo ai primi mesi del 1920, e tre uomini tifernati che potremmo definire “impegnati”, Gustavo Bioli, Enrico Giovagnoli e Giulio Pierangeli, danno vita ad una iniziativa editoriale che poggia sulla tradizione di Scipione Lapi e su due cooperative di tipografi, l’ “Unione Arti grafiche” e la “Leonardo da Vinci”(alle quali poi si uniscono la tipografia “Pliniana” di Selci e la “Oderisi” di Gubbio) . Il primo volume edito è La capacità politica delle classi operaie, di P. G. Proudhon, tradotto e curato da G. Pierangeli. La breve ma intensa introduzione è datata Pasqua 1920.
Da un punto di vista tipografico, la realizzazione è modesta ed economica, ma assai curata.
Al primo testo, altri ne seguono in un breve lasso di tempo. È così che nei due anni successivi l’attività della nuova Casa editrice conosce uno sviluppo impensabile, articolandosi in collane, producendo un numero assai rilevante di testi, tutti di grande attualità e di alto interesse culturale, inviando le sue produzioni in tutte le migliori librerie d’Italia, da Gorizia a Siracusa, e anche all’estero. Nel maggio 1921 i titoli pubblicati sono ventisette e nella sezione “Biblioteca di cultura politica” vengono editi Carbone ed elettricità in Italia, di Vittorio Mezzatesta; L’antico regime e la rivoluzione di Alexis De Tocqueville, con prefazione di G. Pierangeli, che aveva anche curato la traduzione; I consigli di fabbrica di Mario Guarnieri, che aveva egli stesso proposto la pubblicazione dell’opera, come esperto in materia, dal momento che si era trovato a stretto contatto con le vicende torinesi di quegli anni. Nella “Biblioteca di cultura filosofica” viene edito il testo La crisi del pensiero moderno di Alessandro Chiappelli, al quale Nicola Abbagnano
dedica una recensione, come moltissime segnalazioni ricevono le varie altre opere prodotte. Dall’amicizia tra don Enrico Giovagnoli e il deputato cattolico Egilberto Martire viene il suggerimento di pubblicare documenti della rivoluzione sovietica allora in atto, e precisamente scritti (per lo più tratti da discorsi) di Lenin, Zinoview e Trotsky (La rivoluzione e la guerra, di Lenin, Il socialismo e la guerra, di Lenin e Zinoview, Il fallimento della seconda internazionale di Trotsky). Queste opere fanno parte della piccola collana intitolata “I Germogli”.
Molte lettere inviate a “Il Solco” sono scritte su carta intestata della Camera dei deputati, ed è proprio da uno dei bibliotecari della stessa, Enrico Damiani, che vengono fornite opere contemporanee di scrittori bolscevichi, mentre dall’amico di questi, Giuseppe Tucci, viene la proposta di tradurre dal sanscrito i “Classici d’Oriente”. Così la Casa Editrice s’inserisce nel dibattito culturale e politico dell’epoca, intriso di socialismo, di idealismo, di linguistica, di poesia, di arte e di richiami alla rivoluzione.
L’inizio della Casa Editrice è come un’esplosione di attività e produzione. Attualmente, oltre ai testi è stato possibile recuperare un ampio archivio di lettere di vari autori, tra i quali Piero Gobetti, Giuseppe Prezzolini, Egilberto Martire, Giovanni Gentile, Giuseppe Lombardo Radice. E’ indubitabile quindi il ruolo che questa iniziativa ha avuto nelle cultura locale. La stagione più viva de “Il Solco” si esaurisce probabilmente nel 1923, anche se le pubblicazioni continuarono per qualche tempo.
Con lo scopo di conservare, valorizzare e implementare il patrimonio storico, culturale, artistico ed editoriale dell’Archivio della Libreria editrice e della casa editrice IL SOLCO di Città di Castello, è stata costituita l’associazione ARCHIVIO STORICO DELLA LIBRERIA EDITRICE PACI LA TIFERNATE E DELLA CASA EDITRICE IL SOLCO a.p.s. che svolge la sua funzione attraverso eventi, mostre, pubblicazioni e attraverso la ripresa dell’attività editoriale. Il tutto per rendere fruibile il patrimonio contenuto negli archivi a studiosi, scolaresche e semplici curiosi.
Alcune delle storie relative alla libreria editrice sono state protagoniste del progetto “STORIE DI LIBRI:Le avventure di Pinocchio e I promessi sposi della Libreria editrice Paci LA TIFERNATE. Vicende, vite, passioni e saperi attorno alla ristampa di due grandi classici.”, che con una mostra, uno spettacolo e la ristampa in copia anastatica dei volumi “Le avventure di Pinocchio” e “I promessi sposi” ha coinvolto circa 1000 ragazzi delle scuole medie e superiori di Città di Castello. Il progetto, realizzato in collaborazione con MEDEM a.p.s e finanziato dall’8perMille della Chiesa Valdese, pone l’attenzione sui due grandi classici che furono ripubblicati dal Cav. Giuseppe Paci, libraio ed editore, nel secondo dopoguerra (periodo in cui addirittura i classici avevano scarsa diffusione), e che furono impreziositi da autorevoli prefazioni (Attilio Momigliano, Raffaele de Cesare) e abbelliti dalle illustrazioni di due valenti artisti (Benito Albi Bachini e Aldo Riguccini, in arte De Rigù, con la tecnica della linoleumgrafia).
L’archivio, con sede nel mezzanino sopra la Libreria Paci in piazza Matteotti n. 2 a Città di Castello, è stato dichiarato nel 2016 di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza archivistica per l’Umbria. Dal 2023 inserito nel circuito RIM e dichiarato luogo culturale della Regione Umbria è allestito come piccolo museo ed è visitabile su appuntamento.
Enrico Paci (a cura di), Giuseppe Paci e la Libreria editrice La Tifernate. Vicende storiche e inventari degli archivi, Perugia, 2015 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica per l’Umbria, 40).
Antonella Lignani (a cura di), La Casa editrice Il Solco di Città di Castello. Vicende storiche e inventario dell’archivio, Perugia, 2015 (Segni di civiltà. Quaderni della Soprintendenza archivistica per l’Umbria, 39).
Giovanna Zaganelli (a cura di), Tipografi, librai, illustratori. Uno sguardo alle arti editoriali, Editrice Pliniana, Perugia, 2014.
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