14° Appuntamento con “ITINERARI MUA” – “STUDIO PILLITU MERONI” a Città di Castello.

Al numero 30 di Corso Vittorio Emanuele si trova lo Studio Pillitu Meroni, già studio legale dell’avvocato Luigi Pillitu (1907-1998); qui si conservano le carte relative alla sua attività professionale e politica così come l’archivio del suocero Guido Meroni (1877-1962), Rettore del Collegio Convitto Serafini di Città di Castello dal 1924 al 1943.

L’edificio è noto in città come Palazzo Pierleoni, nome della nobile famiglia che lo acquistò nel corso del XVIII secolo. Il palazzo conserva un aspetto cinquecentesco ed è caratterizzato da eleganti decorazioni interne risalenti ai secoli XVIII – XIX, mentre la facciata presenta dei medaglioni in terracotta sopra le finestre del primo piano, raffiguranti personaggi dell’antichità che ricordano le sculture dell’artista fiorentino “G. B. Foggini” e conservati nella Castelluccia del Parco delle Reggia di Caserta.


L’INGRESSO

Varcato il portone d’ingresso, si possono ammirare nell’androne dei bei in arenaria che presentano sugli architravi delle scritte in latino; si tratta di alcune massime e di una citazione tratta dalle Bucoliche di Virgilio (Ab Jove principium, III, 60). Alla sommità dell’arco che sovrasta lo scalone è scolpito lo stemma della famiglia Pierleoni.


PIANO NOBILE (1-5)

Il pianerottolo del piano nobile introduce all’appartamento studio. Il primo vano, presenta un imponente stemma Pierleoni dipinto sulla parete e il primo manifesto che venne affisso sui muri della città dopo la Liberazione: vi si legge che Luigi Pillitu venne nominato dal Governo Militare Alleato primo Sindaco del dopoguerra il 25 luglio 1944.

La sala successiva presenta decorazioni tratti verosimilmente dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (1544-1595): il primo sulla parete di sinistra raffigura Rinaldo e Armida (XVI, 20), segue il Battesimo di Clorinda da parte di Tancredi (XII, 69) e infine Erminia fra i pastori (VII, 6). Nel riquadro sopra il caminetto compare l’effige in marmo del personaggio religioso Florido Pierleoni (1742-1829).

Nella stanza attigua compaiono decorazioni, raffigurazioni di divinità e personaggi mitologici che fanno da cornice al grande stemma Pierleoni dipinto al centro del soffitto. Questo spazio raccoglie oggetti e memorie legati al Collegio Serafini, fondato a Città di Castello dal prof. Silvio Serafini nel 1894. La proprietà fu in seguito rilevata da Guido Meroni, che rinnovò l’edificio presso l’antico convento dello Spirito Santo. Ritornando indietro, si accede a quella che doveva essere una camera da letto.

Il salone successivo che celebra negli affreschi del soffitto le quattro stagioni presenta mobili di pregio: Al centro della volta compare Apollo che guida il carro del Sole. Nei sottostanti riquadri sono raffigurate le Stagioni: Nei lati lunghi della stanza sono dipinti l’Inverno, un vecchio che si sta scaldando vicino ad un braciere mentre dei puttini lavorano per procurare legna da ardere, e l’Estate, giovane donna con in mano un mazzo di spighe e un falcetto da mietitore.

La Primavera e l’Autunno sono raffigurati rispettivamente come una fanciulla seduta in un giardino fiorito e come Dioniso o Bacco, con una corona di edera sul capo e in mano il tirso. Agli angoli del soffitto compaiono quattro divinità: Era – Giunone, affiancata dal pavone. Poseidone – Nettuno, raffigurato nell’atto di impugnare il tridente, la dea Cibele : una figura femminile con una corona turrita in testa e uno scettro in mano. Infine Efesto –Vulcano, con i suoi simboli tradizionali: l’incudine e il martello.

Spostandosi nello spazio successivo si entra in una stanza dove sono state sistemate le opere realizzate da artisti quali Corrado Cagli (1910-1976).

Vi è esposto anche un servizio da tè firmato da Aldo Riguccini (1913-1992), in arte de Rigù e di altri esponenti dell’ambiente artistico locale quali Dante (1904-1953) (direttore artistico alle Ceramiche Rometti) e Massimo Baldelli (1935-2003).

L’ultima saletta è dedicata a Jole Meroni, figlia di Guido Meroni e moglie di Luigi Pillitu, scomparsa nel 1990.


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