Il salone fu portato alle dimensioni attuali quando Alessandro Vitelli, tra il 1543 e il 1544, ottenne dal Comune il permesso di ampliare il palazzo palazzo verso sud, costruendo sopra il pomerio. La decorazione venne compiuta in due fasi. La prima, precedente all’ampliamento, interessa la parete d’ingresso e la prima metà della parete sinistra: in un’ampia fascia centrale sono raffigurati paesaggi di fantasia entro riquadri incorniciati da motivi decorativi a grottesca, separati da telamoni, e nello zoccolo in basso sono raffigurati cani e piccoli animali immaginari. Fu realizzata da Cristofano Gherardi entro il 1537, come dimostra la data riportata sopra uno dei telamoni. Gherardi (1508-1556), tra gli allievi prediletti di Vasari, era lodato dall’aretino per la sua capacità di realizzare decorazioni a grottesca tanto che egli stesso scrive “Lavorava Cristofano le grottesche tanto bene, che non si poteva veder meglio, ma non dava loro una certa fine che avesse perfezzione”.
La seconda campagna decorativa fu condotta da Cola dell’Amatrice che rappresentò sulla fascia superiore delle quattro pareti le storie di personaggi celebri dell’antichità: Annibale, Scipione, Cesare e Alessandro Magno. Le imprese di questi eroi dovevano richiamare le doti militari e politiche dello stesso committente, Alessandro Vitelli.