19° Appuntamento di “ITINERARI MUA” – Centro di documentazione delle arti grafiche “Grifani-Donati” 1799.

La Tipografia Grifani-Donati si trova lungo corso Cavour, in origine ospitava la chiesa di San Paolo apostolo (XIII sec.), conosciuta anche con i nomi di San Paolo al Corso, al Macello, o alle Carceri. La Tipografia fu fondata nel 1799 dagli stampatori di Assisi Francesco Donati e Bartolomeo Carlucci e si distinse subito per le notevoli capacità e per la produzione di libri e pubblicazioni di pregio. Alla morte del Carlucci l’attività viene proseguita da Francesco Donati per poi passare al figlio Biagio e da questo al nipote Giuseppe Grifani, da qui il nome “Grifani – Donati”. I testi stampati tra le sue mura si conservano in musei, archivi e biblioteche. Attiva ancora oggi dopo oltre due secoli, è l’unica tipografia al mondo ad essere sempre stata gestita da un tipografo della famiglia fondatrice.


DOTAZIONE DELLA TIPOGRAFIA

Di questa secolare attività sono testimonianza le numerose attrezzature che la tipografia tuttora conserva: una pressa per libri cinquecentesca identica a quella usata da Gutenberg, una trancia da carta di fine Settecento, un Torchio tipografico Elia Dell’Orto 1864, un Torchio a stella Bollito & Torchio del 1880, una Platina Tiegeldruk 1903, una platina a leva della fine del Settecento fabbricata a Lipsia […] una pianocilindrica del 1910 fabbricata dalla “Werk Ausburg” e un Torchio calcografico Paolini 1960.

L’attuale titolare, Giovanni Ottaviani, ha continuato la tradizione di famiglia aggiungendo alla produzione tipografica e calcografica la litografia, esclusivamente su pietra, e la rilegatura ed il restauro dei libri.


ATTIVITÁ

Oltre a essere un vero e proprio museo dedicato all’arte della stampa, la tipografia è imprescindibile punto di riferimento per tutti quegli artisti che vogliano ancora praticare le antiche tecniche dell’incisione: su lastre xilografiche o calcografiche; disegno della pietra per la realizzazione di litografie ecc… Il museo ospita mostre, anche di artisti che hanno prodotto le loro opere proprio nel laboratorio con le attrezzature originali, ed è sede di eventi culturali che gravitano intorno al mondo della stampa e dell’arte.


BIBLIOGRAFIA 

Tipografi, librai, illustratori: uno sguardo alle arti editoriali, a cura di Giovanna Zaganelli, San Giustino – Selci 2014;

Alvaro Tacchini, Grifani-Donati 1799-1999. Duecento anni di una tipografia, Città di Castello 1999;

Alvaro Tacchini, La stampa a Città di Castello: tipografie e tipografi dal 1538 ad oggi, Città di Castello 1987;

Angelo Falchi e Angelo Marinelli, La stampa a Città di Castello dal “magister” Mazzocchi (1538) a Scipione Lapi (1875), Città di Castello, 1909.


ORARI : (Chiuso Lunedì) ; Da Martedì a Venerdì (10.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00); Sabato (9.00 – 13.00) Domenica aperto solo su prenotazione.

BIGLIETTO d’ingresso € 4,00 (Visite Guidate) € 12,00 a persona, comprensivo delle due stampe realizzate durante la visita; Ridotto € 2,00 (scuole elementari); €. 3,00 studenti scuola media inferiore e superiore; Domenica solo visita guidata su prenotazione: Minimo 4 persone. (Chiuso Lunedì)

Corso Cavour, 4 – Tel. 075 8554349 – 333 3232573

tipografiagrifanidonati@gmail.com

18° Appuntamento con “ITINEARARI MUA” – Museo storico e scientifico del Tabacco San Giustino.

Il Museo storico e scientifico del tabacco, inaugurato nel 2004, è allestito all’interno della sede dell’ex Consorzio Tabacchicoltori di San Giustino ed è sorto per volere e interesse del comune di San Giustino, al quale si sono affiancati enti e organizzazioni interessati alla materia.

Il magazzino, ora sede del museo, venne fatto costruire alla fine dell’Ottocento e, ampliato, rimase funzionante fino al 1992, quando la lavorazione del tabacco venne trasferita all’interno di nuovi capannoni nella zona industriale.

Il percorso museale, insieme alla struttura stessa che ospita il museo, documentano le fasi della coltivazione e della lavorazione del tabacco, distinguendo tra quella agricola (la coltivazione), quella premanifatturiera (la selezione e il trattamento delle foglie) e quella manifatturiera, e l’importanza che esso ha avuto nell’economia e nello sviluppo sociale del territorio. All’interno di questo affascinante esempio di archeologia industriale è possibile entrare negli uffici, negli essiccatoi e nelle sale di cernita per conoscere una lunga storia di fatica e lavoro, ma anche di benessere, sviluppo economico ed emancipazione sociale, che ha avuto come protagoniste principali le donne, le tabacchine che, al pari delle operaie tessili, furono tra le prime ad abbandonare il tradizionale lavoro casalingo, per essere inserite nelle grandi industrie.


I semi del tabacco, importato in Europa dalle Americhe, vennero introdotti alla fine del Cinquecento in Toscana dal vescovo di Sansepolcro Tornabuoni, che ne fece dono a Cosimo de’ Medici. L’interesse per quella che ormai era nota come erba tornabuona si diffuse molto presto in Alta Valle del Tevere tanto che le prime coltivazioni di una certa importanza per scopi commerciali nella penisola italiana risalgono agli inizi del Seicento e risiedono proprio nella Repubblica di Cospaia (1441-1826), un piccolo territorio allora al confine tra Toscana e Umbria e oggi nel comune di San Giustino.


A. Ascani, Cospaia: storia inedita della singolare Repubblica, Città di Castello, 1963;
E. Fuselli, Cospaia tra tabacco contrabbando e dogane. Dieci anni del Moseo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, San Giustino 2014;
C. Saccia, L’oro verde: tabacco e tabacchine alla Fattoria autonoma tabacchi di Città di Castello, Perugia 1999;

17° Appuntamento con “ITINERARI MUA” – Biblioteca comunale “CARDUCCI”

Nel 1907 fu intitolata al poeta Giosuè Carducci, cittadino onorario di Città di Castello per il suo contributo all’affermazione dell’editore Scipione Lapi, padre dell’industria tipografica tifernate. Dal marzo 2019 la biblioteca è ospitata presso il prestigioso palazzo Vitelli a San Giacomo, costruito nei primi decenni del XVI secolo per volontà di Vitello Vitelli, che lo abitò negli ultimi anni della sua vita assieme alla moglie Angela Rossi di San Secondo Parmense.

L’edificio divenne presto modello per altre residenze signorili cittadine. Dal cortile interno attraverso un’elegante scalinata, si sale al piano nobile, dove pregevoli soffitti a cassettoni impreziosiscono molte delle sale. I restauri hanno restituito affreschi di notevole bellezza, raffIl patrimonio librario consiste di 140.000 documenti, suddiviso in due raggruppamenti: Il Fondo antico, consistente in circa 20.000 pezzi fisici, che vanno dall’invenzione della stampa fino al 1830, tra i quali emergono per bellezza e antichità antifonari, incunaboli e cinquecentine – e il Fondo moderno, comprendente materiale a stampa (monografie e periodici) dal 1831 ad oggi.


Grande attenzione viene rivolta al settore dedicato ai bambini e ai ragazzi, ai quali sono sempre state destinate notevoli risorse, nonché spazi ed attrezzature adeguati. Le collezioni destinate agli utenti più giovani sono mantenute costantemente aggiornate e viene rivolta una particolare attenzione all’editoria di qualità e alle segnalazioni dei periodici specializzati. Nel 2022 la Biblioteca Carducci ha ottenuto dalla regione Umbria il riconoscimento “Umbria culture for Family”, per le attività di promozione alla lettura destinate ai bambini e ai giovani adulti Figuranti scene mitologiche e paesaggi.

Una delle principale funzioni della biblioteca di pubblico servizio è quella di conservazione della memoria storica della comunità cui si riferisce. Presso la biblioteca Carducci è custodito un ingente patrimonio documentario, che comprende l’Archivio Storico Comunale preunitario (dal 13. Secolo all’Unità d’Italia), in parte digitalizzato e comprendente anche materiale documentario che non rientra nella produzione comunale, quali i catasti Piano e Gregoriano e i registri parrocchiali. Accanto ai servizi più tradizionali, quali il prestito e la consultazione in sede, il prestito interbibliotecario e il Document delivery, il reference e la ricerca bibliografica, la possibilità di consultare periodici e quotidiani ecc., la biblioteca si propone anche come luogo per incontri e pubblico dibattito, ospitando nella sala Rossi Monti attività quali presentazione di libri, conferenze, rassegne cinematografiche, approfondimenti, ecc.


Ampio spazio viene riservato alle scuole del territorio e alla collaborazione con gli insegnanti, nella convinzione che i futuri lettori devono essere formati e introdotti al piacere della lettura fin da piccoli. Vengono quindi organizzate con frequenza visite alle classi di ogni ordine e grado e periodicamente proposte bibliografie e consigli di lettura per le varie fasce d’età. Una funzione particolarmente avvertita dalla biblioteca è inoltre quella di configurarsi sempre più anche come luogo di socialità e di condivisione, con l’apertura ad attività collegate all’associazionismo e ad una diversificazione dei consumi culturali, quali il gioco degli scacchi, i giochi da tavolo, i lavori manuali ecc.


⌚ Lunedì – chiuso ; Martedì (9.00/13.00 – 15.00 – 19.00) ; mercoledì (9.00/13.00 – 15.00/19,00) ; Giovedì (9.00/13.00 – 15.00/19.00) ; Venerdì 9.00/13.00 – 15.00/19.00) ; Sabato (9.00/13.00) ; Domenica chiuso

📱  075 852 3171
Biblioteca comunale Città di Castello – Palazzo Vitelli a San Giacomo, telefono principale

 

16° Appuntamento di “ITINERARI MUA” – Museo Bartoccini – “L’eredità di Bruno Bartoccini a Pistrino”.

Questa scultura, realizzata in legno di noce, è rappresentativa della prima fase, “giovanile”, dell’opera dello scultore pistrinese. Fin dalle sue prime opere egli riduce i dettagli anatomici al minimo, privando la scultura di ogni introspezione psicologica per realizzare un’opera che rappresenti una astrazione dalla realtà. Possiamo dunque già rilevare come la sua poetica, controcorrente e anticonformista rispetto alle avanguardie artistiche coeve, fosse già orientata all’arte come forma, più che come contenuto.


TESTA DI MODELLO UNGHERESE [1940, RITRATTO IN LEGNO DI NOCE]

Questa scultura, realizzata in legno di noce, è rappresentativa della prima fase, “giovanile”, dell’opera dello scultore pistrinese. Fin dalle sue prime opere egli riduce i dettagli anatomici al minimo, privando la scultura di ogni introspezione psicologica per realizzare un’opera che rappresenti una astrazione dalla realtà. Possiamo dunque già rilevare come la sua poetica, controcorrente e anticonformista rispetto alle avanguardie artistiche coeve, fosse già orientata all’arte come forma, più che come contenuto.

ANATROCCOLO AMMALATO 

Quest’opera in bronzo è rappresentativa della transizione dalla giovinezza alla maturità artistica dello scultore pistrinese. Pur mantenendo le caratteristiche poetiche anti-avanguardistiche e neoclassiche degli anni della gioventù, quest’opera segna il passaggio all’uso del bronzo come materiale dell’opera, che presuppone un uso sapiente e calcolato della luce naturale per garantire la piena fruibilità, e l’orientamento verso tematiche naturalistiche.


MATERNITÁ [1980 , BRONZO]

Quest’opera, anch’essa in bronzo, è caratteristica della piena maturità artistica del Bartoccini. Paragonata alle numerose figure di nudo femminile essa introduce alcuni elementi di novità, quale ad esempio la figura caratteristica della donna in gravidanza, che contrasta con le pose plastiche del nudo di donna fin lì sperimentata. Molte sono tuttavia le caratteristiche tipiche della poetica dello scultore pistrinese che vi è possibile riscontrare: la grazia della figura, l’armonia delle forme, la morbidezza dei movimenti e delle linee.

DONNA SDRAIATA SUL SASSO [1996]

Quest’opera è rappresentativa dell’ultimo periodo artistico del Bartoccini, in cui sono evidenti i richiami alla scultura di Michelangelo Bonarroti. La scultura è realizzata tuttavia in un “levare” di materia in cui sasso e corpo nudo femminile si fondono e si confondono, imitando le caratteristiche della pietra naturale .

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Costruita nel XI secolo quale edificio di culto della popolazione di Pistrino in segno della sua fede e devozione, nel tempo, oltre che a tale scopo precipuo, la piccola chiesa sita in via della Libertà, accanto al Museo Bartoccini, è stata utilizzata nel corso dei secoli per molteplici altre finalità.

Essa è un antico edificio dall’architettura lineare, che contiene diciassette affreschi rinascimentali (databili tra il 1510 e il 1536) ed una tavola ad olio, disseminati lungo le pareti e ai lati dell’altare. I due più importanti e meglio conservati sono una “Madonna della Misericordia” (a sinistra dell’altare), e una Crocifissione (a destra), entrambi di autori ignoti riconducibili alla scuola o all’ispirazione del Perugino.

La chiesetta si configura anche come “continuazione” ideale della collezione del Museo Bartoccini: ospita infatti altre 6 statue in bronzo, donate dall’autore, disposte alla destra dell’altare.


Valentina Seri, “Bruno Bartoccini, scultore umbro nel solco della tradizione” (tesi di laurea)

Giancarlo Rossi (a cura di), “Bruno Bartoccini”, Amministrazione Culturale Citerna, 1998

Valentina Seri, “Bruno Bartoccini. Scultore fra tradizione e modernità”, in PAGINE ALTOTIBERINE n. 67-68, a. XXIV, 2020, p. 191

Eugenio Sergio Bistarelli, “Chiesa di Santa Maria Assunta in Pistrino”, Parrocchia di Pistrino e Comune di Citerna, s.d.

A Teatro degli Illuminati torna la stagione 2025 di Teatro Ragazzi e Teatro a Chilometri zero! 19 spettacoli per la prima volta con repliche a Trestina per le rassegne dedicate alla compagnie locali.

Con il nuovo anno al via due delle quattro rassegne promosse dall’Amministrazione comunale di Città di Castello al Teatro degli Illuminati: torna Teatro Ragazzi con sette spettacoli a partire da domenica 19 gennaio e Teatro Chilometri zero con 12 spettacoli e sei repliche al teatro Ore d’Oro di Trestina a partire dal 31 gennaio. “Il Teatro degli Illuminati è sempre più un polo delle attività culturali” ha dichiarato l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato le compagnie teatrali e il gestore del Teatro SO.GE.PU: “la crescita di Teatro Ragazzi e Teatro a Chilometri zero conferma il momento felice che sta vivendo il movimento locale del teatro e l’importanza che anche le famiglie stanno dando all’educazione al teatro. In tre anni siamo arrivati a 25 spettacoli: sette per Teatro ragazzi, di cui 4 della rassegna di burattini Teste di Legno che apre il cartellone a cura di Politheater, e ben 18 per Teatro a chilometri zero, la rassegna delle compagnie locali che interesserà anche Trestina con sei repliche. Il teatro è un settore in cui il Comune sta investendo tanto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: oltre a TR e TK0, i sold out della Stagione di prosa, le numerose rappresentazioni di soggetti locali, la terza edizione di Scuole a Teatro, che presenteremo a breve. Da quest’anno il teatro sarà anche nel territorio grazie alle repliche previste al Teattro Ore d’oro di Trestina, un modo per dare a tutte le famiglie e a tutti i cittadini la possibilità di accedere a questa forma di cultura e anche per ovviare alla capienza, ormai sempre troppo contenuta, del Teatro rispetto alla domanda che viene dagli spettatori. Ringrazio tutti i soggetti che hanno partecipato: Politheater, Teatro dei 90- Le porte, Il Castellaccio, Compagnia teatrale Suppergiù, Teatro speciale di Valentina Martinelli, Gruppo teatrale San Leo Bastia, Astra APS, Il Tavolino di Lerchi, Medem ASP, Panni Stesi, Jacopo Falchi, I freghi della Badia, Nuvole Passeggere”
Il programma:
Domenica 19 gennaio prende il via la stagione di Teatro Ragazzi con Non solo la Stagione di prosa e danza 2024/2025 arricchisce il Teatro degli Illuminati di Città di Castello ma anche le rassegne “Teatro Ragazzi” rivolto ai più giovani e “Teatro a Chilometri zero” dedicato invece alle compagne teatrali locali. Teatro Ragazzi inizia domenica 19 gennaio alle ore 17.30 con la rassegna di teatro di figura “Teste di legno 2025”, direzione artistica di Politheater, con la compagnia pugliese Nina Theatre con lo spettacolo “Mettici il cuore”; domenica 2 febbraio tocca al Teatrino dell’Es che presenta “Il pranzo di Arlecchino”, alle 17.30. Domenica 9 febbraio alle ore 17.30 Fontemaggiore/Il Laborincolo vi aspetta con “Cracra’ punk”. Domenica 16 febbraio alle ore 17.30 Teatro delle dodici lune presenta “Il buono, lo gnomo e il cattivo”. Domenica 9 marzo alle ore 15.30 e replica alle ore 17.30 Il Castellaccio, in collaborazione con Studio Danza di Rita e Roberta Giubilei, presenta “Ladro ma non troppo”. Domenica 16 marzo Astra APS vi aspetta con “Le letture rampanti” alle 17.30. Il cartellone termina domenica 23 marzo con Medem APS, con doppia rappresentazione, 15.30 e 17.30, prosegue con lo spettacolo “Tacco e punta, l’avventura è pronta!”. Invece per quanto riguarda la rassegna Teatro a Chilometri zero l’esordio della stagione 2025 sarà con il gruppo teatrale di San Leo Bastia, in scena venerdì 31 gennaio alle 21.00 con “L’elisir del frate”, replica sabato 15 marzo alle ore 21.00 a Teatro Ore d’oro di Trestina; secondo appuntamento venerdì 7 febbraio ore 21.00 insieme ad Astra APS e ”Gli occhi di Lotte”, replica venerdì 28 febbraio alle ore 21.00 a Teatro Ore d’oro di Trestina. Sabato 15 febbraio alle 21.00 Il tavolino di Lerchi presenta “…A tutta birra!”. Venerdì 7 marzo alle 21.00 Medem Aps mette in scena “Barbara non è qui”, replica giovedì 13 marzo alle ore 21.00 a Teatro Ore d’oro di Trestina; venerdì 14 marzo alle 21.00 sarà la volta di Panni Stesi con “La spia”; venerdì 21 marzo alle 21.00 Jacopo Falchi presenta “Basta la parola. Pillole poetiche per andare di spirito”, replica sabato 22 marzo alle ore 21.00 a Teatro Ore d’oro di Trestina. I Freghi della Badia si ripropongono sabato 29 marzo ore 21.00 con lo spettacolo “A rubé poco se va n’galera”. Venerdì 4 aprile alle ore 21.00 e replica sabato 5 aprile alle ore 21.00 a Teatro Ore d’oro di Trestina, Nuvole Passeggere presentano “Il contrattino”. Venerdì 11 aprile alle ore 21.00 Teatro dei 90- Le Porte presenta lo spettacolo “Sala d’attesa”. Il gruppo di teatro “Il Castellaccio” presenta “Non tutti i ladri vengono per nuocere” sabato 12 aprile, ore 21.00. La compagnia teatrale Suppergiù giovedì 24 aprile alle 21.00 presenta “Anche la materia… s’atacca!”, replica domenica 27 aprile alle ore 21.00 a Teatro Ore d’oro di Trestina. Chiude il cartellone l’Associazione CO.FA.D, in collaborazione con Associazione Luce ETS, con “La porta e i quattro regni” sabato 3 maggio, ore 21.00.

1945-2025: Ottanta anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz. Nella Giornata della Memoria, il Comune di Città di Castello ha organizzato insieme alle associazione del territorio un calendario di iniziative ed eventi

1945-2025: Ottanta anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz. Nella Giornata della Memoria, un calendario di eventi che ricorda ed attualizza la tragedia del genocidio. Secondi “Insieme per ricordare una delle pagine più drammatiche della nostra storia recente”
Ad Ottanta anni dal 27 gennaio 1945 quando furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e la tragedia della Shoah fu manifesta al mondo, il Comune di Città di Castello ha organizzato insieme alle associazioni del territorio e al Comitato attivo per l’80° della Liberazione di Città di Castello un calendario di iniziative, che ricordano ed attualizzano “una delle pagine più drammatica della storia recente. Anche se ci troviamo in un mondo diverso, il pericolo della guerra e della violenza sono sempre presenti e compromettono i diritti fondamentali di intere popolazioni, di interi Stati” dichiara il sindaco Luca Secondi sottolineando l’entusiasmo con cui “tanti soggetti si sono riconosciuti nella necessità di riflettere in occasione della Giornata della Memoria: Poliedro, Artea, la scuola comunale di musica G. Puccini, Enrico Milanesi, autore della foto in mostra nell’Atrio del Palazzo comunale, Anpi, Nuovo Cinema Castello. Gli appuntamenti proposti tramite la cultura, l’arte, la letteratura offrono chiavi di lettura sia per il passato che per il presente e sottolineano l’importanza della pace contro la logica dello scontro e della sopraffazione”. Il primo degli appuntamenti è Sabato 25 gennaio alle ore 9.00 e alle ore 10.30 e lunedì 27 gennaio alle ore 14.00 in centro storico Artea organizza “Zoom art school. La città racconta la memoria”, trekking urbano per scoprire insieme la storia della nostra città nel periodo della Seconda guerra mondiale, attraverso i luoghi del centro storico. Alle ore 11.00 nel Palazzo Comunale sarà possibile visitare la mostra curata da Enrico Milanesi dal titolo “Auschwitz 1940-1945. Memoria Silenzio Speranza”. Alle ore 16.00 Artea organizza un altro appuntamento con “Zoom art. La città racconta la memoria”. Invece domenica 26 gennaio alle ore 15.00 in Pinacoteca Comunale PoliedroCultura organizza una visita guidata alla Collezione dal titolo “Gli artisti e la Shoah”, dove verranno raccontati aneddoti sugli artisti coinvolti nelle persecuzioni o attivi contro gli orrori del periodo. Mentre alle ore 16.30 nella sala Rossi Monti della Biblioteca comunale Carducci verrà proiettato il film di Radu Mihaileanu dal titolo “Train de vie- Un treno per vivere”. Lunedì 27 gennaio alle ore 18.00 in Piazza Gabriotti e nel Giardino del Cassero ANPI in collaborazione con la Scuola di Musica Comunale G. Puccini organizza “Poesie dalla Shoah”. Infine alle ore 18.00 e alle 21.00 al Nuovo Cinema Castello verrà proiettato il film documentario “Liliana” di Ruggero Gabbai.

15° Appuntamento di “ITINERARI MUA” – “Percorsi e sentieri in Alta Valle del Tevere”

DA SAN GIUSTINO A CITTà DI CASTELLO IN DIREZIONE SUD 

Il paesaggio della Valtiberina trova nel “biondo Tevere” uno dei principali elementi caratterizzanti: un fiume che attraversa i comuni e li unisce.

Il percorso lungo il Tevere che da San Giustino raggiunge verso sud Città di Castello costituisce uno dei tratti più suggestivi, con lo sterrato che costeggia da vicino il corso del fiume, addentrandosi in un contesto prevalentemente agreste, tra campi coltivati e boschi.

Da San Giustino, ci si dirige verso Pistrino e al km 3,2 della Strada Statale 73bis, superato il ponte sul Tevere, si imbocca sulla sinistra e si prosegue per lo sterrato che costeggia il fiume.

In corrispondenza di Piosina si imbocca il percorso ciclopedonale che giunge a Città di Castello. La prima tappa che si incontra è il parco dell’Ansa del Tevere attraversando il quale è possibile raggiungere il centro storico cittadino e visitare i musei del centro, come la Pinacoteca comunale, la Collezione Tessile “Tela Umbra”, il Centro di documentazione delle arti grafiche “Grifani Donati” 1799, la Collezione Burri a Palazzo Albizzini e il museo del Duomo.

Tornati al parco dell’Ansa del Tevere, è possibile proseguire seguendo il corso del fiume fino a giungere al laghetto dei cigni, un parco che sorge proprio di fronte agli Ex Seccatoi del tabacco altra sede della Collezione Burri. Riprendendo la via lungo il fiume si prosegue verso la zona della Casella e, dopo un breve tratto di strada asfaltato, si rientra lungo il percorso del corso del Tevere e si raggiunge il polo museale di Garavelle con il museo malacologico Malakos e il Centro delle Tradizioni popolari.


DA CITTà DI CASTELLO A SAN GIUSTINO DIREZIONE  NORD

Il percorso può partire a Città di Castello dal parco Parco Alexander Langer o dell’Ansa del Tevere in direzione nord. Lungo il percorso si costeggiano gli abitati di Lerchi, Piosina e Giove. Una volta arrivati a Selci è possibile visitare lo Stabilimento Tipografico Pliniana. Nei pressi del campo sportivo è possibile scegliere se proseguire lungo il Tevere, da lì giungere al ponte sul Tevere nei pressi dell’abitato di Pistrino, e arrivare San Giustino o seguire un altro sentiero: il Percorso Plinio.

Il percorso Plinio consente ammirare le bellezze paesaggistiche e naturali della zona, con bellissimi scorci sulle vedute storiche di San Giustino e, in lontananza, di Monte Santa Maria Tiberina. Giunti in località Pitigliano è possibile compiere una suggestiva deviazione verso la collina e raggiungere il molino medievale dei Renzetti, un molino alimentato ad acqua, ancora funzionante e l’abbazia di Uselle Infra Montes, adagiata ai piedi dell’appennino Umbro-Marchigiano e risalente al XII secolo.

Tornati a valle in località Pitigliano è possibile ammirare i resti archeologici dell’antica Villa in Tuscis di Plinio il Giovane e da lì dirigersi verso il Museo archeologico di Villa Graziani. Da qui si arriva al centro storico di San Giustino dove sorgono il Museo storico e scientifico del Tabacco e il Castello Bufalini.

Dal centro di San Giustino si seguono le indicazioni verso nord in direzione della ex repubblica di Cospaia. La libertà di cui godeva il piccolo stato (1441-1826) l’aveva reso un territorio franco per ogni tipo di commercio tanto che numerosi contrabbandieri vi trovavano impunemente rifugio. Da Cospaia è possibile fare una breve escursione lungo il Sentiero del Contrabbandiere. Il cammino delinea un percorso di 12,5 km che, tra scorci mozzafiato e vedute panoramiche, tocca ben tre regioni: Umbria, Toscana e Marche.

DA CITTà DI CASTELLO A UMBERTIDE PASSANDO PER MONTONE. DIREZIONE SUD 


La strada che da Città di Castello va a Monte Santa Maria Tiberina è chiamata Montesca, proprio perché conduce all’antico marchesato del Monte. Dopo circa 2 chilometri dall’abitato tifernate si incontra Villa Montesca con il suo ampio parco, edificata alla fine dell’Ottocento dal barone Leopoldo Franchetti, fondatore insieme alla moglie Alice Hallgarten del Laboratorio tessile “Tela Umbra” e delle scuole rurali di Montesca e Rovigliano. Proseguendo verso Uppiano si passa una località detta Dogana, evidente richiamo ad un antico confine, e si giunge a Monte Santa Maria Tiberina, dove è possibile visitare il Palazzo Museo Bourbon del Monte e la pieve di Santa Maria Assunta. Dall’alto borgo è possibile addentrarsi in escursioni verso le antiche fortezze e torri a difesa del territorio come Marzana.

Scendendo da Monte Santa Maria verso sud, si arriva a Montone, uno dei borghi più belli d’Italia, luogo ideale da cui inoltrarsi per passeggiate, trekking, cicloturismo, e anche osservazione delle stelle. Nel territorio di Montone, infatti, a Coloti, antico borgo in posizione panoramica nella valle del torrente Carpina, esiste un osservatorio astronomico tra i più avanzati d’Italia.


Da Montone si può scendere ancora di qualche chilometro e arrivare alla città di Umbertide, con la sua rocca e i suoi monumenti.

Tra questi  l’Abbazia di Montecorona (a quattro chilometri dalla città) fondata nell’anno Mille da San Romualdo, che presenta  affreschi di Scuola Umbra e una meravigliosa cripta; la Chiesa di San Bernardino nel pieno centro storico della città, che conserva, tra le altre cose, il dipinto di Muzio Fiori “la Cena degli Apostoli” (1602); la bellissima Chiesa di San Francesco, edificio del XIII secolo che conserva affascinanti affreschi (dei quali uno realizzato da Ottaviano Nelli da Gubbio); o anche la Chiesa di Santa Maria della pietàcostruita nel 1486 su una piccola altura detta del Mercatale appena fuori dal Borgo superiore di Fratta per volere di papa Sisto IV e che conserva dipinti del Pintoricchio; infine, la Chiesa di Santa Maria della Reggia,conosciuta come Collegiata, tempio ottagonale dedicato alla Beata Vergine Maria del XVI secolo costruito per volere della cittadinanza.

roseguendo, invece, da Monte Santa Maria Tiberina verso Arezzo si giunge a Lippiano, un borgo arroccato sorto intorno all’antica pieve di San Michele nel XII secolo e riconosciuto ufficialmente tra i castelli del marchesato nel diploma imperiale del 1355.

 

14° Appuntamento con “ITINERARI MUA” – “STUDIO PILLITU MERONI” a Città di Castello.

L’edificio è noto in città come Palazzo Pierleoni, nome della nobile famiglia che lo acquistò nel corso del XVIII secolo. Il palazzo conserva un aspetto cinquecentesco ed è caratterizzato da eleganti decorazioni interne risalenti ai secoli XVIII – XIX, mentre la facciata presenta dei medaglioni in terracotta sopra le finestre del primo piano, raffiguranti personaggi dell’antichità che ricordano le sculture dell’artista fiorentino “G. B. Foggini” e conservati nella Castelluccia del Parco delle Reggia di Caserta.


L’INGRESSO

Varcato il portone d’ingresso, si possono ammirare nell’androne dei bei in arenaria che presentano sugli architravi delle scritte in latino; si tratta di alcune massime e di una citazione tratta dalle Bucoliche di Virgilio (Ab Jove principium, III, 60). Alla sommità dell’arco che sovrasta lo scalone è scolpito lo stemma della famiglia Pierleoni.


PIANO NOBILE (1-5)

Il pianerottolo del piano nobile introduce all’appartamento studio. Il primo vano, presenta un imponente stemma Pierleoni dipinto sulla parete e il primo manifesto che venne affisso sui muri della città dopo la Liberazione: vi si legge che Luigi Pillitu venne nominato dal Governo Militare Alleato primo Sindaco del dopoguerra il 25 luglio 1944.

La sala successiva presenta decorazioni tratti verosimilmente dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (1544-1595): il primo sulla parete di sinistra raffigura Rinaldo e Armida (XVI, 20), segue il Battesimo di Clorinda da parte di Tancredi (XII, 69) e infine Erminia fra i pastori (VII, 6). Nel riquadro sopra il caminetto compare l’effige in marmo del personaggio religioso Florido Pierleoni (1742-1829).

Nella stanza attigua compaiono decorazioni, raffigurazioni di divinità e personaggi mitologici che fanno da cornice al grande stemma Pierleoni dipinto al centro del soffitto. Questo spazio raccoglie oggetti e memorie legati al Collegio Serafini, fondato a Città di Castello dal prof. Silvio Serafini nel 1894. La proprietà fu in seguito rilevata da Guido Meroni, che rinnovò l’edificio presso l’antico convento dello Spirito Santo. Ritornando indietro, si accede a quella che doveva essere una camera da letto.

Il salone successivo che celebra negli affreschi del soffitto le quattro stagioni presenta mobili di pregio: Al centro della volta compare Apollo che guida il carro del Sole. Nei sottostanti riquadri sono raffigurate le Stagioni: Nei lati lunghi della stanza sono dipinti l’Inverno, un vecchio che si sta scaldando vicino ad un braciere mentre dei puttini lavorano per procurare legna da ardere, e l’Estate, giovane donna con in mano un mazzo di spighe e un falcetto da mietitore.

La Primavera e l’Autunno sono raffigurati rispettivamente come una fanciulla seduta in un giardino fiorito e come Dioniso o Bacco, con una corona di edera sul capo e in mano il tirso. Agli angoli del soffitto compaiono quattro divinità: Era – Giunone, affiancata dal pavone. Poseidone – Nettuno, raffigurato nell’atto di impugnare il tridente, la dea Cibele : una figura femminile con una corona turrita in testa e uno scettro in mano. Infine Efesto –Vulcano, con i suoi simboli tradizionali: l’incudine e il martello.

Spostandosi nello spazio successivo si entra in una stanza dove sono state sistemate le opere realizzate da artisti quali Corrado Cagli (1910-1976).

Vi è esposto anche un servizio da tè firmato da Aldo Riguccini (1913-1992), in arte de Rigù e di altri esponenti dell’ambiente artistico locale quali Dante (1904-1953) (direttore artistico alle Ceramiche Rometti) e Massimo Baldelli (1935-2003).

L’ultima saletta è dedicata a Jole Meroni, figlia di Guido Meroni e moglie di Luigi Pillitu, scomparsa nel 1990.


VISITE GUIDATE STRAORDINARIE STUDIO PILLITU-MERONI
Orario 2025:  Aperture straordinarie (10-12 e 14-16) – Prenotazioni PoliedroCultura
📞 0758520656

 

13° Appuntamento di “ITINERARI MUA” – MUSEO CIVICO SAN FRANCESCO (Montone) : “Le terre di Andrea ForteBraccio”

“Il complesso museale ha sede nella chiesa e nel convento di San Francesco. Da un monumentale chiostro si accede all’interno della chiesa, dove sono conservate tracce di affreschi risalenti al XIV-XVI secolo. La Pinacoteca ospita, tra le opere più prestigiose, il gruppo ligneo del XIII secolo rappresentante la Deposizione e il gonfalone di Bartolomeo Caporali raffigurante la Madonna della Misericordia.”

CHIESA DI SAN FRANCESCO 

Fondata intorno al 1300, la sua tipologia è quella tipica delle architetture degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata con abside poligonale, copertura a capriate. La chiesa rappresenta il nucleo centrale del museo, conservando al suo interno numerosi affreschi prevalentemente a carattere votivo. I brani sopravvissuti degli affreschi più antichi (XIII Secolo) fanno pensare che subito dopo l’edificazione della chiesa si pose mano ad un ampio intervento decorativo. Gli esiti più alti della decorazione della chiesa spettano però al secolo successivo, quando l’edificio divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci che generosamente contribuirono al suo abbellimento, fornendola di altari, suppellettili e dipinti.

Nella chiesa sono presenti anche pregevoli opere lignee, quali il bancone dei magistrati con motivi ad intarsio ispirati alle “grottesche”, il coro ligneo e il pulpito.


PINACOTECA COMUNALE

La raccolta comprende un gruppo di dipinti datati tra il XVI e XVIII secolo, provenienti dalle chiese di Montone, testimoni dei rapporti del borgo con Perugia e Città di Castello. La Deposizione lignea è tra le opere di maggior pregio. I quattro componenti di cui è composta facevano forse parte di un gruppo di cinque figure, con Cristo, la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Fra le tele seicentesche la più notevole è quella raffigurante Sant’Antonio di Padova con il Bambino.

La nuova sezione archeologica, infine, raccoglie testimonianze di un ritrovamento di una villa romana nei pressi di Santa Maria di Sette del II secolo d.C: Gli ultimi scavi hanno portato alla luce numerosi frammenti di tegole e coppi, pezzi di dolia e di anfore, frammenti di ceramica nera, una bella moneta d’argento, tessere di mosaico in marmo nero. Dai dati raccolti si può pensare che si trattasse di una villa servile di dimensioni medio-grandi, che si sviluppava a mezza costa con una serie di terrazzamenti e di proprietà di un ricco ed illustre personaggio di cui purtroppo non si conosce il nome.

SEZIONE ARCHEOLOGICA 

La sezione archeologica raccoglie testimonianze di un ritrovamento di una villa romana nei pressi di Santa Maria di Sette del II secolo d.C. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce numerosi frammenti di tegole e coppi, pezzi di dolia e di anfore, frammenti di ceramica nera, una bella moneta d’argento, tessere di mosaico in marmo nero. Dai dati raccolti si può pensare che si trattasse di una villa servile di dimensioni medio-grandi, che si sviluppava a mezza costa con una serie di terrazzamenti e di proprietà di un ricco ed illustre personaggio di cui purtroppo non si conosce il nome.


MADONNA DELLA MISERICORDIA, BARTOLOMEO CAPORALI (1482)  

La Madonna della Misericordia, completamente restaurata, opera di Bartolomeo Caporali, fu realizzata su committenza del Convento dei Francescani ed è datata 1482. Senza dubbio è l’opera pittorica più rilevante della raccolta e rappresenta la sintesi perfetta tra i canoni pittorici toscani e quelli tipicamente umbri, unendo l’uso del fondo-oro con le rappresentazioni paesaggistiche.

Si tratta di un tipico gonfalone contro la peste, che rientra nel genere di quelli realizzati nel XV secolo, la Vergine della Misericordia protegge, infatti, i fedeli con il proprio mantello dalle frecce che simboleggiano le sciagure scagliate da Cristo giudice, nella terra; uno scheletro con la falce, immagine della morte, allude agli effetti nefasti della peste.

Oltre ai santi rappresentati a sinistra che sono: Sebastiano (protettore antipeste), Francesco, Biagio (protettore della gola e dei cardatori di lana) e Giovanni Battista  compaiono a destra invece Nicola (protettore dell’ordine francescano, mercanti e commercianti) Bernardino (santo francescano importante assieme a sant’Antonio da Padova, nonché protettore degli ammalati ai polmoni), Gregorio (cui è dedicata la Pieve) e Antonio di Padova (il santo taumaturgo dei Francescani)..

GRUPPO SCULTOREO LIGNEO DELLA DEPOSIZIONE 

Crocifisso, Madonna, san Giovanni, san Giuseppe d’Arimatea, 1260-1270.

Provenienti dalla pieve di San Gregorio, le quattro sculture sono quanto rimane di un gruppo di Deposizione dalla croce, sicuramente comprendente anche la figura di Nicodemo oggi dispersa. È certa l’esposizione di gruppi simili nelle cerimonie di culto che culminavano nel Venerdì Santo ed è anche provata la loro presenza in funzione drammatica nello svolgimento delle Sacre Rappresentazioni della Passione all’interno e, più spesso, all’esterno delle chiese.


ORARIO DEL MUSEO : Martedì/Mercoledì/Giovedì – CHIUSO. Venerdì/Sabato/Domenica (10.30 – 13.00 / 15.30 – 17.00)

🎫 Biglietto Intero – 5,00 EURO – 🎫 Ridotto A – 4,00 EURO (Gruppi di almeno 15 persone, convenzionati, over 65)

🎫 Biglietto Ridotto B – 2,00 EURO (Ragazzi tra 6 e 14 anni)

Gratuito: bambini fino a 5 anni, residenti, soci ICOM, giornalisti accreditati , scolaresche e ragazzi che effettuano attività didattica, guide turistiche abilitate.

Sarà possibile visitare all’interno dell’ex chiesa, la mostra temporanea TUTTO T’ORNA di Luca Morganti, inaugurata sabato 28 Settembre.

12° Appuntamento con “ITINERARI MUA” – “MUSEO MALAKOS la più grande raccolta malacologica privata in Europa”

È la collezione di riferimento del CNR-ISMAR di Bologna per l’Italia ed è a disposizione di studiosi specializzati del settore, studenti e pubblico generico ed ha sede ella suggestiva Villa Capelletti a Città di Castello in provincia di Perugia.​

“Svolgiamo un fervente lavoro sulla didattica, nelle nostre aule e nelle scuole, trattiamo svariati temi che spaziano dalle scienze naturali, alla biologia, la chimica, la paleontologia fino ad arrivare all’antropologia. Utilizziamo la didattica informale con metodo induttivo hands-on declinato in tutte le sue forme, per fare divulgazione scientifica a tutti i livelli: dal nido, all’università, fino ai corsi per docenti.”


SEZIONE DEL MUSEO

Il filo conduttore dell’esposizione è la conchiglia, che parte per un viaggio attorno al mondo e nel passato per incontrare altri animali, piante, fossili e raccontare una storia straordinaria. Un percorso che ci porterà ad esplorare luoghi lontani ed epoche remote.                                                                                                                    Partiremo dalla stanza della Malacologia come campo base per innumerevoli scoperte, con la conchiglia che ci porterà per gli oceani con il Percorso blu e nei deserti e foreste con la sala della Terra; faremo poi un tuffo nel passato con i reperti fossili, le ammoniti e ci inoltreremo nelle viscere della terra grazie a minerali scintillanti nella sala di Geologia. Un’esposizione di Antropologia ci mostrerà pezzi originali che fanno parte del nostro lontano passato, per emozionarci con gli strumenti maneggiati dai nostri antenati ed infine un percorso immersivo dove coinvolgere tutti i sensi grazie alla Mostra sensoriale. Parole d’ordine “scoperta ed emozione!”

6 diverse sale e percorsi per un’esplorazione del pianeta terra e della natura. Ad ogni sala sono abbinati una visita guidata e un laboratorio pratico, prenotabili con le biologhe e con il paleontologo.

Focus spot su Pleurotomarie, rarissime da vedere soprattutto tutte insieme, e Murici, vetrine temporanee che cambieranno periodicamente per illustrare le famiglie di molluschi più particolari.​

Malakos ospita al suo interno anche la ricostruzione di una barriera corallina, composta da materiali provenienti dai sequestri dei carabinieri CITES, con specie endemiche, rare ed a rischio di estinzione.​


INFO e Prenotazioni

E’ possibile prenotare gite di un giorno intero o due, visitare anche l’antistante Centro delle Tradizioni Popolari e il pranzo al sacco.
📱  Per info 349.5823613 anche via Whatsapp
🐌 malakosmuseum@gmail.com

Direttrice e Project Manager: Dott.ssa Debora Nucci

Ricercatrice e Progettista: Dott.ssa Beatrice Santucci

Fondatore e Curatore: Prof. Gianluigi Bini

Paleontologo: Dott. Riccardo Ferri

Presidente: Giuliano Acquisti