𝐈𝐭𝐢𝐧𝐞𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐌𝐮𝐚: 𝐕𝐢𝐥𝐥𝐚 𝐆𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐞 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐏𝐥𝐢𝐧𝐢𝐨 𝐢𝐥 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧

«𝐿’𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑎𝑒𝑠𝑒 𝑒̀ 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜: 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎 𝑢𝑛 𝑎𝑛𝑓𝑖𝑡𝑒𝑎𝑡𝑟𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑟𝑙𝑜. 𝑈𝑛𝑎 𝑣𝑎𝑠𝑡𝑎 𝑒 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑒̀ 𝑐𝑖𝑛𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑖 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑖, 𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑖𝑚𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑏𝑜𝑠𝑐ℎ𝑖 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑛𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒𝑑 𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐ℎ𝑖 […] 𝐿𝑎 𝑣𝑖𝑙𝑙𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒 𝑒 𝑔𝑜𝑑𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑚𝑎 […] 𝐼𝑛𝑓𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑜𝑠𝑜 𝑞𝑢𝑖 𝑒̀ 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎». Caio Plinio Cecilio Secondo, Epistole, Libro V, Epist. 6.
🏛️Con queste parole lo scrittore latino Plinio il Giovane in una lettera all’amico Apollinare descriveva il paesaggio della Valtiberina, luogo ameno dove amava trascorrere il periodo estivo. Proprio in questo paesaggio a metà collina in aperta posizione panoramica tra San Giustino e la frazione di Celalba sorge Villa Magherini Grazini. Venne commissionata da Carlo Graziani agli inizi del Seicento ad Antonio Cantagallina da Sansepolcro seguace di Giorgio Vasari. La villa ha una pianta quadrangolare e sorge sopra un fortilizio medievale. Il complesso è completato a sinistra dalla casa colonica e a destra dalla piccola chiesa dedicata alla Madonna di Loreto costruita nel 1622. Di fronte l’edificio si allinea il giardino all’italiana con una fontana centrale e siepi in bosso e l’esedra sul retro. Al suo interno vi è il salone di rappresentanza che si affaccia sulla loggia. Al piano terra si trova il salone d’ingresso e la galleria carraia con volta a botte. La facciata principale si apre al centro in un’ariosa loggia a tre archi che occupa tutto il secondo e il terzo piano.
🏺All’interno della Villa è allestito il Museo Archeologico della villa di Plinio in Tuscis. Al pianterreno e nel piano interrato è documentata la storia del paesaggio agrario altotiberino nel periodo romano. Al primo piano sono illustrati gli scavi attraverso plastici e ricostruzioni tridimensionali, nonché esposti i reperti più significativi emersi dalle operazioni di scavo, condotte dalle Università degli studi di Perugia e di Alicante dal 1986 al 2003, in località Colle Plinio. Alcuni ritrovamenti sono relativi sia a fasi edilizie precedenti alla proprietà pliniana (III-II sec. a.C. e fine I sec. a.C.- inizi I sec. d.C.), documentati dai laterizi bollati con i nomi dei proprietari o dell’imperatore, che posteriori, a testimoniare la frequentazione dell’area almeno fino al V sec. d.C.
📲Recapiti Località Celalba, San Giustino. Tel: 075 8554202, 075 8520656 Cell: 335 460050.
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𝐈𝐭𝐢𝐧𝐞𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐌𝐮𝐚: 𝐀𝐫𝐜𝐡𝐢𝐯𝐢𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐏𝐚𝐜𝐢 𝐋𝐚 𝐓𝐢𝐟𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐞- 𝐈𝐥 𝐒𝐨𝐥𝐜𝐨

L’archivio storico della libreria editrice Paci La Tifernate e della casa editrice Il Solco situato in piazza Matteotti nel cuore del centro storico di Città di Castello, raccoglie una ricca documentazione comprendente opere a stampa, bozzetti, disegni, corrispondenza, matrici tipografiche, contabilità e documentazione societaria.

Nel 1626 Giuseppe Paci rileva la cartoleria Valori in piazza Vitelli a Città di Castello e l’anno successivo fonda la “Libreria Editrice La Tifernate G. Paci Editore”, inaugurando l’attività con il testo di S. Rondini, Vittima d’amore, Vita di S. Veronica Giuliani. L’attività della piccola libreria editrice cresce sempre di più e nell’immediato dopoguerra Giuseppe Paci decide di ristampare Le avventure di Pinocchio di Collodi illustrato dalle linoleumgrafie di B. Albi Bachini, I promessi sposi di Alessandro Manzoni illustrato da Aldo Riguccini (De rigù) e Le mie prigioni di Silvio Pellico illustrato da Nemo Sarteanesi. Nel 1947 Paci inizia a pubblicare una rivista mensile in francese La Petite Bibliothèque Française, pour les enfants italiens destinata agli studenti, fondata dal professore Giacomo Giacomini con il professore Raffaele De Cesare. Dopo la morte del cavaliere Paci l’avventura della piccola libreria editrice va a scemare, ma nel 2021 il sogno viene fatto rivivere con la riapertura dell’attività editoriale che ha inaugurato con la ristampa anastatica dello storico volume Le avventure di Pinocchio del 1944. L’operazione è stata arricchita con la realizzazione di un audiolibro musicato della versione integrale del romanzo.

L’archivio nel 2016 è stato dichiarato dalla Soprintendenza archivistica per l’Umbria di “notevole interesse storico” e nel 2023 è stato inserito tra i luoghi culturali della Regione Umbria. Questo meraviglioso luogo è stato allestito in forma di piccolo museo ed è visitabile su appuntamento.

📲Recapiti Piazza Matteotti 2, Città di Castello. Tel: 075 8554341, Cell: 320 8034791. E-mail: archiviostoricolatifernate@gmail.com

📢Vuoi saperne di più? QUI: https://www.rimaltotevere.it/musei/archivio-storico-paci-la-tifernate-il-solco/

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𝐋𝐄 𝐃𝐎𝐍𝐍𝐄 𝐍𝐄𝐋𝐋’𝐀𝐑𝐓𝐄 𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟖 𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟔:𝟎𝟎 𝐏𝐢𝐧𝐚𝐜𝐨𝐭𝐞𝐜𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨

“𝐍𝐞𝐟𝐢𝐬𝐬𝐚 𝐋𝐚𝐛𝐢𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐈𝐧𝐭𝐚𝐫𝐬𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐥𝐞𝐠𝐧𝐨” 𝐝𝐚𝐥 𝟑 𝐚𝐥 𝟏𝟔 𝐌𝐚𝐫𝐳𝐨 – 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐨𝐝𝐞𝐬𝐭𝐚̀

Lunedì 3 marzo nella sala espositiva di Palazzo del Podestà di Città di Castello verrà aperta la mostra dell’artista Nefissa Labidi dal titolo “Mostra di intarsio in legno”.
L’artista, di origini berbere che da anni vive in Umbria, impreziosirà le sale espositive di corso Cavour con le sue creazioni artigianali nelle quali ha saputo imprimere anima e vitalità. I visitatori rimarranno ammaliati dalle splendide creazioni che Labidi ha realizzato a mano nelle quali ha esaltato paesaggi, nature morte, scorci del territorio, animali e fiori. La mostra rimarrà aperta fino a domenica 16 marzo 2025.
🔎Chi è Nefissa Labidi: scultrice nell’intarsio del legno e poetessa di origini berbere. Trascorre la sua infanzia in Italia, più precisamente a Firenze. Inizia gli studi classici senza però completarli. Il suo percorso artistico nell’intarsio del legno inizia in Umbria, quando si trasferisce con la propria famiglia ed è proprio in quel periodo che conosce lo scultore Daniele Parasecolo che le insegna questa meravigliosa arte, che richiede molta pazienza ed attenzione infatti l’artista l’ha denominato il lavoro della Pratica, Passione e Pazienza.

𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟖 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨 𝐚𝐥 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐁𝐮𝐟𝐚𝐥𝐢𝐧𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐠𝐮𝐢𝐝𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐨𝐜𝐜𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚

👩💐Sabato 8 marzo alle ore 17.00 nel Castello Bufalini di San Giustino, in occasione della Giornata internazionale della donna, ci sarà una visita guidata dal titolo “Donne “rispettabili”: mogli, madri e figlie Bufalini”.
🎟️Ingresso gratuito per tutte le donne.
📞Prenotazione consigliata allo 075 856115.
📧E-mail: drm-umb.castellobufalini@cultura.gov.it.

𝐈𝐭𝐢𝐧𝐞𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐌𝐮𝐚: 𝐒𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 “𝐆. 𝐏𝐮𝐜𝐜𝐢𝐧𝐢”

La Scuola comunale di musica “G. Puccini” è oggi situata a Palazzo Corsi nel rione di San Giacomo nel Centro storico di Città di Castello. È stata fondata intorno agli anni Trenta del 1800 per dare supporto e formazione ai membri della banda musicale cittadina e ancora oggi rappresenta una realtà viva e vitale, impegnata nella promozione della cultura musicale e delle discipline connesse, dal canto lirico alla musica elettronica.
Grazie a personalità come quella di Amedeo Corsi, tifernate animato dall’innata e spiccata sensibilità per l’arte della musica, la scuola si è affermata come riferimento autorevole nell’educazione musicale e nell’avviamento allo studio delle materie correlate. Il suo nome si deve alla presenza a Città di Castello del noto compositore ottocentesco Giacomo Puccini. Lo legavano alla città tifernate sia una grande passione per la caccia, che di tanto in tanto praticava nelle campagne, sia l’amicizia con la famiglia Corsi, che spesso lo ospitavano proprio all’interno del palazzo ora sede della scuola. Questa la dedica che accompagnava il ritratto di Giacomo Puccini donato da Amedeo Corsi nel 1926 alla Scuola Comunale di Musica in occasione dell’anniversario della morte del compositore: “Perché l’immagine del maestro […], ispiri nei giovani, con l’esempio Suo, l’amore alla nobile arte che ha reso così grande l’Italia”.
La scuola si colloca al primo ed al secondo piano del palazzo ed ha una superficie totale di circa 600 mq. Sugli ampi corridoi si affacciano ben tredici aule insonorizzate più l’Auditorium dedicato ad Amedeo Corsi. La sede della scuola è visitabile negli orari di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì pomeriggio e il sabato mattina, da settembre a maggio.
📲Recapiti Via XI Settembre 41, Città di Castello. Tel: 075 8529405. E-mail: scuolamusica@comune.cittadicastello.pg.it
🔖Acquista online i biglietti https://shop.rimaltotevere.it/

Valentine’s Day

Venerdì 14 Febbraio ore 17:30 visita guidata in Pinacoteca a Città di Castello dedicata all’amore.

Il percorso si snoda all’interno delle sale più belle di Palazzo Vitelli  per poi terminare con un piccolo aperitivo a tema.

La storia racconta che il palazzo fu voluto da Alessandro Vitelli per la futura moglie Angela Paola dei San Secondo Parmense ed è anche ricordato per l’ormai famosa leggenda di Laura amante del condottiero. Gli stessi affreschi che decorano le sale raccontano di amori veri e leggendari legati alla famiglia Vitelli ma anche al tema mitologico tanto caro agli artisti del Cinquecento

Prenotazioni: 0758520656

“ITINERARI MUA” – Museo Galleria Rometti (Umbertide)

La storia della Rometti è rappresentata da oltre 200 opere, dalle prime realizzazioni alle collezioni attuali. Fondata da Settimio e Aspromonte Rometti nel 1927 l’azienda, grazie al contributo fondamentale di Dante Baldelli, Corrado Cagli e Mario di Giacomo, all’epoca giovanissimi studenti dell’Accademia d’ Arte di via di Ripetta a Roma, si impose subito come rivoluzionaria nel panorama manifatturiero nazionale, facendo uscire dai forni oggetti che recavano traccia delle più avanzate tendenze artistiche dell’epoca, in una sintesi formale tra primitivismo, futurismo, razionalismo, art decò e influssi della Bauhaus.


IL NERO  FRATTA 

Ed ecco allora la nutrita serie di opere appartenenti a questa stagione d’oro, alcune delle quali realizzate con il famosissimo Nero Fratta, un colore metallico cangiante che nacque per caso e rese le opere della Rometti richiestissime a livello europeo. Tra alti e bassi, l’azienda sopravviverà poi a tutti i grandi sconvolgimenti sociali e politici del ‘900, continuando a produrre oggetti di qualità eccellente, esposti nella sezione dedicata agli anni ’50 e ’60.


L’ARRIVO DI ARTISTI ESTERNI 

La svolta arriverà negli anni ’90 quando l’azienda riprenderà ad avvalersi delle competenze di artisti esterni, secondo il metodo lungimirante che ne aveva decretato il successo 70 anni prima. Il primo passo fu la collaborazione con Ambrogio Pozzi, designer di fama mondiale, ma da quel momento la Rometti inizierà sistematicamente a collaborare con artisti come Liliane Lijn, Chantal Thomass, Cèdric Ragot, Jean-Christophe Clair o Ugo la Pietra, tutti rappresentati nella collezione del museo.

ORARI

Museo Rometti, aperto Tutti i giorni all’orario del cinema Metropolis

TELEFONO

075 997 5324

“ITINERARI MUA” – Centro di documentazione delle arti grafiche “Grifani-Donati” 1799.

La Tipografia Grifani-Donati si trova lungo corso Cavour, in origine ospitava la chiesa di San Paolo apostolo (XIII sec.), conosciuta anche con i nomi di San Paolo al Corso, al Macello, o alle Carceri. La Tipografia fu fondata nel 1799 dagli stampatori di Assisi Francesco Donati e Bartolomeo Carlucci e si distinse subito per le notevoli capacità e per la produzione di libri e pubblicazioni di pregio. Alla morte del Carlucci l’attività viene proseguita da Francesco Donati per poi passare al figlio Biagio e da questo al nipote Giuseppe Grifani, da qui il nome “Grifani – Donati”. I testi stampati tra le sue mura si conservano in musei, archivi e biblioteche. Attiva ancora oggi dopo oltre due secoli, è l’unica tipografia al mondo ad essere sempre stata gestita da un tipografo della famiglia fondatrice.


DOTAZIONE DELLA TIPOGRAFIA

Di questa secolare attività sono testimonianza le numerose attrezzature che la tipografia tuttora conserva: una pressa per libri cinquecentesca identica a quella usata da Gutenberg, una trancia da carta di fine Settecento, un Torchio tipografico Elia Dell’Orto 1864, un Torchio a stella Bollito & Torchio del 1880, una Platina Tiegeldruk 1903, una platina a leva della fine del Settecento fabbricata a Lipsia […] una pianocilindrica del 1910 fabbricata dalla “Werk Ausburg” e un Torchio calcografico Paolini 1960.

L’attuale titolare, Giovanni Ottaviani, ha continuato la tradizione di famiglia aggiungendo alla produzione tipografica e calcografica la litografia, esclusivamente su pietra, e la rilegatura ed il restauro dei libri.


ATTIVITÁ

Oltre a essere un vero e proprio museo dedicato all’arte della stampa, la tipografia è imprescindibile punto di riferimento per tutti quegli artisti che vogliano ancora praticare le antiche tecniche dell’incisione: su lastre xilografiche o calcografiche; disegno della pietra per la realizzazione di litografie ecc… Il museo ospita mostre, anche di artisti che hanno prodotto le loro opere proprio nel laboratorio con le attrezzature originali, ed è sede di eventi culturali che gravitano intorno al mondo della stampa e dell’arte.


BIBLIOGRAFIA 

Tipografi, librai, illustratori: uno sguardo alle arti editoriali, a cura di Giovanna Zaganelli, San Giustino – Selci 2014;

Alvaro Tacchini, Grifani-Donati 1799-1999. Duecento anni di una tipografia, Città di Castello 1999;

Alvaro Tacchini, La stampa a Città di Castello: tipografie e tipografi dal 1538 ad oggi, Città di Castello 1987;

Angelo Falchi e Angelo Marinelli, La stampa a Città di Castello dal “magister” Mazzocchi (1538) a Scipione Lapi (1875), Città di Castello, 1909.


ORARI : (Chiuso Lunedì) ; Da Martedì a Venerdì (10.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00); Sabato (9.00 – 13.00) Domenica aperto solo su prenotazione.

BIGLIETTO d’ingresso € 4,00 (Visite Guidate) € 12,00 a persona, comprensivo delle due stampe realizzate durante la visita; Ridotto € 2,00 (scuole elementari); €. 3,00 studenti scuola media inferiore e superiore; Domenica solo visita guidata su prenotazione: Minimo 4 persone. (Chiuso Lunedì)

Corso Cavour, 4 – Tel. 075 8554349 – 333 3232573

tipografiagrifanidonati@gmail.com

“ITINEARARI MUA” – Museo storico e scientifico del Tabacco San Giustino.

Il Museo storico e scientifico del tabacco, inaugurato nel 2004, è allestito all’interno della sede dell’ex Consorzio Tabacchicoltori di San Giustino ed è sorto per volere e interesse del comune di San Giustino, al quale si sono affiancati enti e organizzazioni interessati alla materia.

Il magazzino, ora sede del museo, venne fatto costruire alla fine dell’Ottocento e, ampliato, rimase funzionante fino al 1992, quando la lavorazione del tabacco venne trasferita all’interno di nuovi capannoni nella zona industriale.

Il percorso museale, insieme alla struttura stessa che ospita il museo, documentano le fasi della coltivazione e della lavorazione del tabacco, distinguendo tra quella agricola (la coltivazione), quella premanifatturiera (la selezione e il trattamento delle foglie) e quella manifatturiera, e l’importanza che esso ha avuto nell’economia e nello sviluppo sociale del territorio. All’interno di questo affascinante esempio di archeologia industriale è possibile entrare negli uffici, negli essiccatoi e nelle sale di cernita per conoscere una lunga storia di fatica e lavoro, ma anche di benessere, sviluppo economico ed emancipazione sociale, che ha avuto come protagoniste principali le donne, le tabacchine che, al pari delle operaie tessili, furono tra le prime ad abbandonare il tradizionale lavoro casalingo, per essere inserite nelle grandi industrie.


I semi del tabacco, importato in Europa dalle Americhe, vennero introdotti alla fine del Cinquecento in Toscana dal vescovo di Sansepolcro Tornabuoni, che ne fece dono a Cosimo de’ Medici. L’interesse per quella che ormai era nota come erba tornabuona si diffuse molto presto in Alta Valle del Tevere tanto che le prime coltivazioni di una certa importanza per scopi commerciali nella penisola italiana risalgono agli inizi del Seicento e risiedono proprio nella Repubblica di Cospaia (1441-1826), un piccolo territorio allora al confine tra Toscana e Umbria e oggi nel comune di San Giustino.


A. Ascani, Cospaia: storia inedita della singolare Repubblica, Città di Castello, 1963;
E. Fuselli, Cospaia tra tabacco contrabbando e dogane. Dieci anni del Moseo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, San Giustino 2014;
C. Saccia, L’oro verde: tabacco e tabacchine alla Fattoria autonoma tabacchi di Città di Castello, Perugia 1999;