Agli inizi del Novecento Palazzo Vitelli alla Cannoniera si trovava in stato di totale abbandono, con gli affreschi segnati dai danni del tempo e pieno di ragnatele. Fu così che nel 1907 Elia Volpi lo acquistò con l’impegno di donarlo al comune tifernate per farvi la sede della nuova Pinacoteca, allora allestita nell’ex chiesa di San Filippo Neri. Elia Volpi (1858-1938) era nato nella vicina Colle Plinio e si formò come pittore accanto al forlivese Annibale Gatti che lo incoraggiò a trasferirsi a Firenze per iscriversi all’Accademia. Nonostante le sue abilità pittoriche, Volpi divenne noto in tutto il mondo soprattutto per la sua attività di restauratore. Direttore dei laboratori di restauro dell’antiquario Stefano Bardini, Volpi apprese da quest’ultimo i segreti del mestiere e i trucchi per mimetizzare eventuali integrazioni durante il restauro. Dopo la rottura con Bardini, Volpi stesso si diede all’attività di antiquario e divenne tra i più importanti commercianti d’arte del suo tempo.
I lavori di restauro di Palazzo Vitelli, da lui condotti sulla scia di quanto contemporaneamente stava facendo a Firenze in palazzo Davanzati, terminarono nel 1912. Il 29 giugno di quell’anno in una solenne cerimonia, l’edificio veniva consegnato alla città: oltre alla raccolta d’arte, il primo piano custodiva anche la biblioteca comunale, poi trasferita in via delle Giulianelle e ora ospitata in Palazzo Vitelli a San Giacomo.
In memoria di questa donazione venne collocato ai piedi dello scalone monumentale della Pinacoteca un busto di Elia Volpi, realizzato dallo scultore tifernate Elmo Palazzi. Commissionato dal comune tifernate, l’opera ricorda ancora oggi a tutti coloro che si accingono a visitare la galleria civica tifernate, che senza l’importante gesto di Volpi, oggi avremmo perso uno dei monumenti simbolo della città.
Le foto d’epoca e alcuni documenti conservati nell’Archivio storico del comune di Città di Castello, ci riportano indietro nel tempo, all’inaugurazione del 1912.