La stampa calcografica è riconoscibile rispetto alle altre tecniche per il rilievo a secco o bottello che realizza la matrice stessa di metallo rame o zinco durante la fase della stampa e per l’inchiostro in rilievo rispetto al piano della carta.
Secondo lo storiografo e artista Giorgio Vasari questa tecnica fu ideata intorno alla metà del Quattrocento a Firenze dall’orafo Maso Finiguerra, collaboratore del Ghiberti.
A seconda della tecnica con cui si ottiene la matrice avremo: un bulino, se la matrice viene incisa direttamente, un’acquaforte o una punta secca, se si interviene indirettamente con acidi. In questo secondo caso, la matrice viene preventivamente ricoperta da uno strato ceroso, l’artista disegna graffiando lo strato ceroso e la matrice viene sottoposta a morsura, ossia immersa nell’acido che corroderà le zone scoperte, andando più o meno in profondità a seconda dell’intensità del segno.
Una volta incisa, la lastra viene inchiostrata e poi ripulita, affinché l’inchiostro si depositi solo negli incavi precedentemente incisi, dopo di che viene collocata sul torchio calcografico che permette la stampa.