Macchina utilizzata principalmente per comporre righe con caratteri in piombo per la stampa soprattutto di giornali e quotidiani. Consente di realizzare una riga per la stampa più rapidamente della monotype ma, al contempo, rende più complessa la correzione in caso di errori di stampa. Le linotype sono semplici da usare nelle operazioni in cui bisogna spostare un’intera sezione di testo su una pagina.
La linotype fu inventata dall’orologiaio Ottmar Mergenthaler (1854-1899), tedesco emigrato negli Stati Uniti nel 1872. La sua invenzione rivoluzionò il mondo della stampa, permettendo di comporre i caratteri mobili in un’unica pagina in un modo molto più semplice e veloce di quanto fosse stato fatto fino a quel momento. Egli stesso presentò la sua invenzione nel 1886 al New York Tribune: da quel momento la linotype conobbe un grande successo e raggiunse nel 1890 l’Inghilterra e nel 1899 in Italia.
La linotype richiede un solo operatore al lavoro, seduto da una tastiera, molto simile ad una macchina da scrivere. Premendo sui tasti il linotipista fa scendere nel magazzino le matrici nel rispettivo canaletto fino ad una cinghia discendente, da cui sono portate giù l’una dopo l’altra e introdotte su una specie di compositoio, che si trova sulla sinistra di chi sta dinnanzi alla macchina. Fra parola e parola vengono inseriti gli spazi che l’operatore, per mezzo di un tasto, fa cadere da un’apposita scatola a sinistra del magazzino. La riga così composta viene trasferita in modo meccanico dinnanzi alla forma da fondere, dietro la quale un pistone preme all’interno della forma il piombo fuso che, solidificandosi rapidamente, forma la barretta con impresse tutte le lettere della riga. Il piombo liquefatto si trova sul lato sinistro della macchina: un regolatore a mercurio mantiene la temperatura costante ed è necessario accendere il riscaldatore a crogiuolo almeno un’ora e mezzo prima di far funzionare la macchina. Nel frattempo, il compositoio, rimasto libero, torna al suo posto, affinché l’operatore possa continuare il suo lavoro di dattilografo. Da alcune testimonianze sappiamo che un linotipista della Pliniana era in grado di eseguire 5500 battute all’ora, con una tolleranza di errore del 6%.
La linotype del museo storico della Pliniana è stata acquistata nel 1992 e proviene dalle Officine Menta di Milano.