La ex Repubblica di Cospaia sorge a nord di San Giustino ed è situata alle pendici delle colline orientali altotiberine, in una posizione strategica, a ridosso della strada pedemontana di fondovalle. Recenti ritrovamenti archeologici attestano la frequentazione dell’area in epoca romana, mentre nei tempi medievali era un centro fortificato. La piccola striscia di territorio indipendente di 330 ettari, larga tra 500 e 700 metri e lunga qualche chilometro, nacque per un errore dei cartografi dello Stato Pontificio e della Repubblica Fiorentina che, nel delineare i rispettivi confini, non si accorsero che toscani avevano stabilito il confine sul Rio della Gorgaccia e i pontifici sul Rio Ascone, lasciando fuori il territorio compreso tra i due fiumi, la collina di Cospaia, che prontamente si dichiarò repubblica col motto di “Perpetua et firma libertas”. Il piccolo borgo, in cui mancavano tasse, dazi e gabelle, rimase indipendente dal 1441 al 1826 e i suoi abitanti fecero la loro fortuna con la lavorazione e del tabacco. L’erba tornabuona, il cui utilizzo fu condannato dal papa, fu qui lavorata per la prima volta in Italia, e nel tempo i Cospaiesi trassero enormi vantaggi dalla sua coltivazione alimentando il fenomeno del contrabbando. L’indipendenza di Cospaia finì con l’accordo dell’11 febbraio 1826 tra papa Leone XII e Leopoldo I Lorena. Il 28 giugno 1826 il paese fece atto di sottomissione allo Stato pontificio e ogni cospaiese a “risarcimento” della perduta libertà ebbe un papetto, ossia una moneta d’argento con l’effigie di Leone XII.