Le Scuole rurali dei Franchetti rappresentarono un’assoluta innovazione sia per il loro impatto sociale che per la loro profonda vitalità didattica. Esse erano aperte ai figli dei mezzadri, affinché potessero avere accesso all’istruzione e così affrancarsi da un sistema agricolo mezzadrile ancora semi-feudale, migliorando la propria posizione sociale.
Villa Montesca era la residenza e il centro di attività dei Franchetti: qui si riuniva un vivace cenacolo intellettuale di elevato spessore e nel 1901 nacque la scuola elementare gratuita per i figli dei contadini, sulla spinta del movimento di rinnovamento educativo detto delle “Scuole Nuove”, diffuso in tutta Europa alla fine del diciannovesimo secolo. La scuola di Montesca, insieme a quella di Rovigliano nata nel 1902, rappresentano un patrimonio unico al mondo di idee, prassi e attivismo che ha caratterizzato fortemente sia lo sviluppo locale dell’Alta Valle del Tevere.
Nel 1909 Alice e Leopoldo visitarono la Casa dei bambini di Roma dove conobbero la giovane Maria Montessori, che stava sperimentando un approccio nuovo ai problemi di apprendimento. L’interesse dei Baroni per il lavoro di Maria Montessori fu grandissimo tanto che la invitarono alla Montesca e le chiesero di scrivere sul suo metodo, offrendole la pubblicazione. Nacque così la prima edizione de Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, edito nel 1909 a Città di Castello dalla Tipografia Casa Editrice “Scipione Lapi” per volere e con finanziamento di Leopoldo e Alice Franchetti. Poco dopo la sua pubblicazione, dal 1 al 31 agosto 1909, Maria Montessori tenne alla Montesca il primo Corso di pedagogia scientifica, cui parteciparono maestre giunte da tutta Italia oltre alle insegnanti delle scuole di Montesca e Rovigliano.
Le scuole della Montesca e di Rovigliano erano estremamente moderne. Vi si sperimentavano approcci alla didattica che favorivano la stretta relazione fra la scuola e il mondo esterno, caratterizzata dal sistema della osservazione della natura e dei fenomeni naturali; l’introduzione della conversazione come metodo di crescita reciproca; il concetto di ambiente di apprendimento e di comunità che educa.
Grazie ai legami che la baronessa Alice aveva con studiosi provenienti da tutto il mondo l’esperienza educativa e didattica delle scuole rurali di Montesca e Rovigliano assunse anche un carattere internazionale.