SAN GIUSTINO OMAGGIA PIETRO PECORARI AL CASTELLO BUFALINI: (80° anniversario 1944-2024)
Omaggio di straordinario significato quello conferito al Maestro Pietro Pecorari nella Sala dei Ritratti di Castello Bufalini, sinora mai aperta a mostre di artisti viventi. Lo ha realizzato il Comune di San Giustino nell’ambito delle iniziative di “Sapori e mestieri” organizzate dall’Associazione “Vivere inCorposano” e dal pittore Teo Tiburzi, in particolare l’estemporanea d’arte “Oro in tavola”. Sono state dunque le stesse giovani promesse d’autore che hanno riservato un posto d’onore a Pecorari nell’esposizione relativa. Nell’opera in questione l’Artista torna ad una delle tematiche più rappresentative della sua espressività. Infatti, sebbene Pecorari abbia acquisito vasta e meritata fama non solo nazionale con le sue forme naturali in evoluzione antropomorfica secondo uno stile inimitabile improntato a un lirismo sui generis assolutamente estraneo a qualsiasi schema accademico precostituito, nel suo curriculum trova spazio un filone di impegno civile e sociale che già in passato aveva toccato argomentazioni sensibili(dalla droga all’AIDS, dalla pedofilia alle”morti bianche”). In questa sua ultima creazione il “poeta delle piccole grandi cose” torna al soggetto-guerra stigmatizzando il ciclico ripetersi della violenza bellica “sotto l’ombra di una speranza che svanisce”(testuale nella didascalia a piè di quadro). La mostra resta visitabile sino al prossimo 30 novembre. Pecorari inoltre è stato ufficialmente invitato a riproporre il lavoro in questione a Città di Castello in occasione dell’ormai imminente Mostra di Arte Presepiale nel Duomo tifernate.
Chi è Pietro Pecorari:
In una passata esposizione svoltasi al forum “Jacques Prevert” di Carros, in Provenza, la critica francese ha definito la sua arte “Naïf-Surrealista”. Questa definizione si attaglia perfettamente alla sua personalità artistica.
I francesi hanno usato anche un altro aggettivo per valutare la sua opera: “chatoyant”, cangiante, come la natura presa a modello e trasfigurata dalla non comune creatività cangiante come i colori copiosamente e gioiosamente adoperati in modo da portare gaiezza alle cose della vita e del cuore. L’elemento magico risulta dominante. La forma si trasfigura fino a farsi non-forma, produzione fantastica che supera i confini convenzionali, senza tuttavia divenire inintellegibile. Pecorari ha il dono di farsi capire senza dover aggiungere elementi didascalici. La sua originale tecnica pittorica, condizione tipica dell’artista autodidatta come lui, si avvale di questo: della purezza dei colori, della sincerità delle composizioni di quel lirismo in cui, a modo suo, dolce e sereno, racconta. Pietro Pecorari sa esprimere la sua verità con un modo poeticamente fuori da schemi ormai sopraffatti. Solenne nella predicazione favolosa, ma duro, incisivo, nella rappresentazione che non concede alla smorzatura, alla trasparenza, alla penombra.