5° Appuntamento “ITINERARI DI MUA” – “Tipografia PLINIANA” – San Giustino

La tipografia fu fondata nel 1913 in località Selci-Lama, tra Città di Castello e San Giustino, per iniziativa di due sacerdoti don Ruggero Fiordelli (parroco di Selci) e don Enrico Giovagnoli, direttore della Tipografia Leonardo da Vinci di in Città di Castello e legato a don Ruggero da una profonda stima ed amicizia.

Il suo primo nome fu Società Anonima Cooperativa Tipografica Pliniana, un evidente richiamo alla figura dello storico e magistrato romano Plinio il Giovane che possedeva una villa nei pressi di San Giustino, i cui resti sono ancora visibili presso gli scavi di colle Plinio e il museo di Villa Graziani.

Nata inizialmente come succursale della Leonardo di Città di Castello, la Pliniana fu poi denominata Società Anonima Tipografica Pliniana e, infine, nel 1943 Stabilimento Tipografico Pliniana. […]

La tipografia è ospitata nei locali un tempo occupati dalla limonaia di Villa Croci, residenza che sorge a pochi metri di distanza.

Caratteristica molto interessante è come, nonostante nel tempo l’attività dello stabilimento tipografico sia proseguita, aggiornandosi in linea con la moderna tecnica a stampa, la Pliniana non si è mai disfatta dei macchinari in uso un tempo e, anzi, li ha conservati ed esposti nel locale destinato ad ospitare il museo. Una volta entrati nel museo, l’odore degli inchiostri, il rumore dei macchinari e le gigantografie alle pareti sembrano rievocare la memoria del passato.

I vecchi macchinari sono rimasti lì al loro posto, come se tutto si fosse fermato agli anni Novanta del secolo scorso, quando la tipografia ha interrotto la produzione a piombo per passare a sistemi di stampa più moderni e all’avanguardia.

Tra le vecchie macchine tipografiche un posto di rilievo è riservato a due macchinari, ancora perfettamente funzionanti, che insieme alle capacità dei tipografi hanno fatto la storia della tipografia: una tastiera Monotype, una fonditrice monotype del 1955 di fabbricazione inglese, una Linotype fabbricata a Milano dalle officine Meta, con relativo corredo di matrici e strumenti di precisione per la misurazione dei caratteri.

Tra le altre macchine presenti possiamo individuare anche una macchina da stampa tipografica Mussano & Sisto, una perforatrice con cui si allestivano i bollettini postali, un tagliafili di ottone e un tirabozze, la macchina da stampa piano-cilindrica “Super Unigraf” e la piegatrice Leonis.

Inoltre, grazie alla disponibilità dei fotocompositori, ormai in pensione, è possibile prenotare una visita speciale per osservare queste macchine riprendere vita e ascoltare il racconto di chi ha lavorato in un’antica tipografia umbra.

Indirizzo: Viale Francesco Nardi, 12, 06016 Selci Lama PG

Telefono: 075 858 2115

Lunedì (10.00-12.30/15.00-17.00)
Martedì (10.00-12.30/15.00-17.00)
Mercoledì (10.00-12.30/15.00-17.00)
Giovedì (10.00-12.30/15.00-17.00)
Venerdì (10.00-12.30/15.00-17.00)
Sabato – aperto su prenotazione
Domenica – aperto su prenotazione
Biglietti

Adulti € 5,00 (comprensivo di visita guidata)

Bambini/ragazzi fino a 18 anni ridotto € 3,00 (comprensivo di visita guidata)

Gratuito sotto 6 anni

4° Appuntamento di “Itinerari del MUA” con la “ROCCA D’ARIES” – Montone (PG)

La rocca d’Aries, nei pressi di Montone, ha origini molto antiche, fu eretta dalla famiglia Fortebracci sui resti di un antico fortilizio a difesa della primitiva popolazione. La rocca ha subito nel tempo le vicende storiche di Montone, assumendo nei secoli una funzione difensiva e residenziale, ma dal Cinquecento si è resa indipendente dalla cittadina umbra. A pianta rettangolare, con torre circolare su un lato, ha subito diversi interventi per essere adattata a scopi abitativi, nonostante mantenga ancora intatta la massiccia struttura fortificata.

Già dall’anno mille se ne hanno notizie, ma è dal 1376 che la rocca comincia ad intrecciare la sua storia con la famiglia Fortebracci. In quell’anno Oddo III, padre del famoso Braccio, la conquistò, riportandola sotto l’egemonia della vicina Città di Castello. Dopo pochi anni i magistrati perugini, ripresane la proprietà, decisero di far diventare rocca d’Aries molto più massiccia per renderla inespugnabile, affidando la direzione dei lavori, viste le sue grandi capacità, a Oddo III Fortebracci. Nel 1380 la struttura era terminata, e negli anni successivi fu sempre contesa tra Perugia e Città di Castello, perché considerata difficilmente attaccabile.

Nel XV secolo diventò possedimento di Braccio Fortebracci, che nel frattempo divenne signore assoluto di gran parte dell’Umbria. Vi soggiornava spesso la sua famiglia, in particolare la moglie Nicola Varano. Nel Cinquecento la proprietà della rocca passò alla famiglia Bentivoglio, e le notizie successive sono del 1596, anno in cui la fortezza fu attaccata da seicento banditi che, in quel periodo, scorrazzavano per tutto il territorio eugubino, creando una serie infinita di danni. Intanto cambiarono anche i proprietari della rocca, dai Bentivoglio era stata venduta per 15.000 scudi romani al conte Giambattista Cantalmaggi e da questo, per diritti ereditari, passò alla famiglia Della Porta. Negli anni ottanta del Novecento apparteneva ancora a questa famiglia quando fu comprata.

www.umbriatourism.it

Bibliografia
Amoni D. (1999), Castelli fortezze e rocche dell’Umbria, Perugia, Quattroemme.

“ITINERARI DI MUA” – 3° Appuntamento con “Castello Burbon” – Monte Santa Maria Tiberina. “Un Museo – migliaia anni di storia.”

MONTE SANTA MARIA IN TIBERINA – Palazzo Museo Bourbon del Monte

  • Proseguendo verso Uppiano si passa una località detta Dogana, evidente richiamo ad un antico confine, e si giunge a Monte Santa Maria Tiberina, dove è possibile visitare il Palazzo Museo Bourbon del Monte dove è possibile vedere tracce di strade d’epoca romana e dove sono esposti all’interno del Palazzo Museo Bourbon del Monte reperti che vanno dalla preistoria al periodo longobardo. “Quando Monte Santa Maria Tiberina assunse la fisionomia di una fortificazione, più precisamente un castrum, posto sul confine del territorio longobardo con il corridoio bizantino.”
  • Palazzo Museo Bourbon del Monte è uno degli edifici che più caratterizzano, anche visivamente, Monte Santa Maria Tiberina. Il suggestivo borgo murato, sviluppatosi intorno all’alta torre, domina a 360° il territorio e la sottostante Valle del Tevere da una altezza di 690 metri. In origine fù un semplice fortino con annessa torre d’avvistamento (XI sec.), il castello originario fu distrutto nel 1198 per volere di papa Innocenzo III e tempestivamente riedificato. Nel 1250 divenne la roccaforte di Guido di Montemigiano, primo dei cosiddetti Marchesi del Monte Santa Maria, e nel corso del tempo fu più volte modificato ed ampliato, raggiungendo la sua massima espansione nel XVI secolo, con i lavori promossi dal marchese Giovan Battista Bourbon del Monte. Inaugurato nel 2011 il palazzo ospita convegni, mostre ed esposizioni d’arte.

Modalità di visita: l’apertura regolare è prevista per i mesi estivi (vedi info su sezione del sito MUA)

info@montesantamariatiberina.org o telefonando allo 075 8571003 – interno 3€

 

“ITINERARI DI MUA” – Secondo appuntamento con il “CASTELLO BUFALINI” e la storia della famiglia Bufalini.

IL CASTELLO BUFALINI 

Passato di proprietà nel 1487 a Niccolò di Manno Bufalini, vennero intrapresi lavori di ricostruzione su progetto dell’architetto romano Mariano Savelli e su indicazioni di Giovanni e Camillo Vitelli, uomini d’armi ed esperti in architettura militare. Assunse l’aspetto di una fortezza, a pianta quadrata irregolare con quattro torri agli angoli, di cui una di maggiori dimensioni, la torre maestra; un ampio fossato con acqua la circondava.

La storia dell’edificio è legata indissolubilmente a quella della famiglia Bufalini, che vantava personaggi affermatisi in ambito ecclesiastico, letterario e giuridico. A partire dagli anni Trenta del XVI secolo, la fortezza fu trasformata in residenza nobiliare rispondente a precise esigenze artistiche, sociali e culturali, secondo la volontà di Giulio I e del fratello, l’Abate Ventura Bufalini. Benché sia stato l’interno a subire maggiori modifiche, con la creazione di ampie sale distribuite attorno ad un cortile con due lati porticati, risale a quel periodo l’inserimento in facciata del loggiato e l’ingresso monumentale in posizione centrale.

Dall’esterno rimase ben visibile l’originaria struttura militare dell’edificio. Il progetto del palazzo fu opera dell’architetto fiorentino della cerchia dei Sangallo Giovanni di Alesso, detto Nanni Unghero, ma i lavori furono ultimati con l’intervento del Vignola attorno al 1560.

L’edificio nasce come fortilizio militare della famiglia dei Dotti di Sansepolcro. In seguito alla battaglia di Anghiari, nel 1440, divenne un avamposto militare a difesa del territorio di Città di Castello. Nel 1487 fu assegnato a Niccolò di Manno Bufalini, a cui si devono i lavori di ricostruzione che conferirono alla struttura l’aspetto di una fortezza a pianta quadrata irregolare, circondata da un ampio fossato e con quattro torri agli angoli, di cui una di maggiori dimensioni: la torre maestra.

A partire dagli anni Trenta del Cinquecento, il fortilizio fu trasformato in residenza nobiliare da Giulio I Bufalini e dal fratello, l’abate Ventura. Risale a quel periodo l’inserimento in facciata del loggiato e l’ingresso monumentale in posizione centrale. Il progetto del palazzo fu opera dell’architetto fiorentino Giovanni di Alesso, detto Nanni Unghero e i lavori furono ultimati attorno al 1560. Durante l’ultimo decennio del Seicento e i primi anni del Settecento, il palazzo divenne un’amena villa di campagna, secondo il progetto dell’architetto-pittore tifernate Giovanni Ventura Borghesi.

Dalla fine del Seicento o il palazzo fu ristrutturato dall’architetto-pittore tifernate Giovanni Ventura Borghesi come amena villa di campagna con “giardino all’italiana”. L’edificio si arricchì nel Settecento di pregevoli opere d’arte, tra le quali stucchi, cicli pittorici su affresco e tela, volti anche a celebrare i Bufalini divenuti marchesi.

Nel luglio del 1989 Castello Bufalini è stato acquisito dal demanio dello Stato e costituisce ad oggi un raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra, che conserva gran parte del suo arredo storico.


Percorso Turistico di Palazzo Bufalini

Nel percorso di visita si possono ammirare: il panoramico Loggiato; le splendide sale dipinte da Cristofano Gherardi nella prima metà del Cinquecento; i saloni con il mobilio, la tappezzeria, i quadri, le vetrine che custodiscono i preziosi servizi da tavola in maiolica e la cristalleria. Fra le altre spiccano la Stanza degli Stucchi con le immagini delle “donne forti” e la Camera del Cardinale Giovanni Ottavio Bufalini, con la bellissima culla. Il parco è un tipico esempio di giardino all’italiana con il roseto, la galleria vegetale detta voltabotte, la “ragnaia”, le fontane, il frutteto, il cosiddetto “giardino segreto” ed il labirinto.

Il Castello Bufalini emerge nell’abitato di San Giustino (Perugia) ed è un ammirevole esempio di dimora storica signorile. Adibito a museo, dopo l’acquisizione da parte dello Stato nel 1988, è circondato da un elegante giardino all’italiana con rari esemplari di rose. La struttura nasce come fortezza privata di una famiglia ghibellina di San Sepolcro e dopo la battaglia di Anghiari (1440) diventa avamposto militare di Città di Castello, ben presto distrutto per ordine della Repubblica fiorentina.

Con l’arrivo della bella stagione, i visitatori del Castello Bufalini, raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra anche negli arredi, che sorge a San Giustino in provincia di Perugia, troveranno una grande sorpresa.


IL Labirinto del Castello – La meta turistica del Castello

“Da domenica 21 aprile 2024, per la prima volta, il labirinto, posto all’interno di uno tra i più grandi e importanti giardini formali all’italiana dell’Umbria – circa 13.000 mq -, sarà aperto al pubblico fino a ottobre, ogni terza domenica del mese, solo su prenotazione (T. 075.856115; E. drm-umb.castellobufalini@cultura.gov.it) per gruppi di massimo 10 persone, con turni alle ore 11.00 e alle ore 17.00.” “Il labirinto non è soltanto un’opera botanica eccezionale, ma un’idea esoterica che si trasforma in esperienza – afferma Costantino D’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali di Perugia-Direzione regionale Musei Umbria – Per questo la riapertura del labirinto al Castello Bufalini arricchisce il fascino di un luogo che nei prossimi anni riserverà al pubblico molte sorprese”.

“L’apertura al pubblico di uno dei labirinti di siepi più interessanti del panorama italiano – dichiara Veruska Picchiarelli, Direttrice di Castello Bufalini -, s’inserisce in un processo di recupero e rivalutazione di altre aree, interne ed esterne, dell’intero complesso, che porterà a partire dai prossimi mesi a raddoppiare e a riqualificare tota

lmente il percorso di visita”. Il Castello, afferente al MiC, Direzione Regionale Musei Umbria, è nato come fortilizio militare del Comune di Città di Castello a difesa dei confini dello Stato Pontificio ed è stato trasformato a metà del Cinquecento dalla famiglia Bufalini in villa di delizie che si affaccia sul paesaggio dell’Appennino.

Tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, il suo parco venne organizzato in sette aree principali collegate tra loro e racchiuse da percorsi perimetrali posti a margine del fossato e del muro di cinta. Una di queste era occupata proprio dal labirinto creato per lo svago dei signori e formato da alte siepi di bosso. Il tracciato, che misura all’incirca 670 mq, è di forma trapezoidale con tre centri distinti, con un unico accesso, ai cui lati il 4 novembre 1694 furono piantati due cipressi, ancora viventi, che sono tra gli alberi più antichi del giardino.

Nell’archivio del castello si trovano alcuni disegni relativi alla sua progettazione e realizzazione, in particolare una planimetria databile al 1706, la Pianta del palazzo e giardino della villa di S. Giustino dei sign.ri March.si Bufalini, da cui è possibile vedere come il suo tracciato sia rimasto invariato nei secoli. Ciò fa pensare che almeno in parte le piante di bosso siano quelle interrate nel 1692, rendendo il labirinto di Castello Bufalini uno dei più antichi d’Europa.

Via Largo Crociani, 3 – 06016 San Giustino (PG)
Tel. 075 856115
email: drm-umb.castellobufalini@cultura.gov.it


Direttore: Veruska Picchiarelli

Orario di apertura
Venerdì, sabato e domenica e festivi infrasettimanali dalle ore 9:00 e alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00.
Ingressi a cadenza oraria alle ore 9:00, 10:00, 11:00, 12:00, 15:00, 16:00, 17:00. Visita sempre accompagnata.
Ultimo ingresso consentito mezz’ora prima della chiusura.

Chiuso dal lunedì al giovedì. Apertura esclusivamente su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone.

Domenica e prima domenica del mese: sempre aperto con orario ordinario.

Festivi infrasettimanali:
Mercoledì 25 dicembre: chiuso
Giovedì 26 dicembre: aperto con orario ordinario
Lunedì 6 gennaio: aperto con orario ordinario


 

 

Sabato 14 Dicembre – “REMBER Novello Bruscoli” 100 anni di arte – Pinacoteca Comunale Città di Castello

Dopo 20 dalla serie di eventi organizzati nel 2014, torniamo con un ricordo per i 100 anni dalla nascita e 30 dalla morte di Novello Bruscoli. Sabato 14 dicembre ore 11 Pinacoteca di Cittá di Castello.

Nel 1966 Novello Bruscoli, Armando Perugini e Alfredo Baldelli inaugurano la Galleria Il Pozzo

L’artista Bruscoli Novello fu un pittore attivo nel corso del XX secolo . Nacque a San Giustino Umbro nel 1924, morì a Città di Castello nel 1994 all’età di 70 anni.

  “Artista altotiberino, Bruscoli è sicuramente uno dei protagonisti dell’arte umbra del secondo novecento. Artista generoso, curioso, sperimentatore, sempre disponibile al confronto, torna a parlarci ancora oggi a più di 20 anni dalla morte, mostrando come la sua arte vada oltre ai luoghi e tempi in cui si è sviluppata e di cui si è alimentata. In lui sono sicuramente importanti le radici umbre e segnatamente alto tiberine, il mondo da cui non ha mai voluti distanziarsi. Questo a dimostrazione di quanto l’Umbria possa essere una terra aperta e ricca di fermenti artistici innovativi”.

La ‘Linea Umbra’ di cui Bruscoli fu uno degli instancabili animatori, è lì a testimoniare la ricchezza della eccentricità geografica che ben si dimostra, come per i grandi Maestri alto tiberini, apertura al mondo, stimolo alla sperimentazione alla ricerca e sviluppo della creazione di linguaggi nuovi ed originali”.

Molti sono nelle opere dell’artista i riferimenti, anche simbolici, che rimandano al desiderio di contrastare un mondo fatto di barriere e diaframmi per dare piena espressione alla sensualità e alla libertà contro qualsiasi forma di costrizione e abbandono. Nei primi anni di produzione artistica Bruscoli si dedica a una pittura semplicemente figurativa, dimostrando una notevole capacità nell’uso del disegno e del colore; poi la vicinanza a Burri, la collaborazione con il Gruppo di Spoleto e la militanza in “Linea Umbra” nel 1967, movimento promosso dalla galleria tifernate “Il Pozzo” e da quella spoletina “Plinio il Giovane”, lo portano ad esplorare soluzioni pittoriche più complesse ed elaborate, ricche di contenuti ed accostamenti apparentemente inusuali, ma significativi  per un animo consapevole e audace come il suo.

Stagione di Prosa 2024/2025 _Teatro degli Illuminati _Dal 27 Ottobre 2024 al 10 Aprile 2025 (TSU)

Dal 27 Ottobre 2024 al 10 Aprile 2025. Stagione di Prosa 2024/2025 Associato con TSU (Teatro Stabile dell’Umbria).

PREZZI E TARIFFE sono qua in allegato 👉 

Otto spettacoli tra Novembre e Aprile, tre repliche e due anteprime nazionali, tra cui l’esordio del regista Marco Tulio Giordana  ingresso gratis per gli studenti delle scuole superiori e aggevolazioni per gli abbonati compresi tra i 30 ed i 50 anni.

Città di Castello ospiterà anche una prima assoluta di una nuova produzione dedicata al mito della Principessa Sissi.

In quarant’anni di attività il Teatro Stabile dell’Umbria ha sempre articolato il suo lavoro tra produzione, ospitalità, progetti di studio e di accompagnamento alla messa in scena. Scorrendo il catalogo degli spettacoli dal primo fino ai più recenti previsti per la Stagione 24/25, sembra di osservare un album fotografico di famiglia. Raccontano parte della storia di TSU che per ogni produzione si rinnova.

Il filo che lega tutti gli aspetti di questo discorso è sempre il confronto con le nuove generazione che con la sete e il bisogno di esprimere i loro ideali con la loro autenticità. Ogni singola produzione teatrale vive più fasi: il momento un po’ segreto e un po’ magico della scelta del testo, il confronto con il regista e i collaboratori artistici, le prove con gli attori e l’atteso debutto. Così le produzioni iniziano a viaggiare, incontrare l’intero universo culturale.

“In primo luogo un ringraziamento va al TSU con cui quest’anno abbiamo costruito una Stagione di grande qualità con due anteprime nazionali, grandi nomi e spettacoli eterogenei, con un’offerta potenziata grazie alle tre repliche” dichiarano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, aggiungendo che “è stata confermata la gratuità per gli studenti delle superiori grazie all’azienda Olio Ranieri e con il supporto di Artegraf abbiamo potuto attivare delle card di invito a provare il teatro per la fascia di pubblico compresa tra i 30 ed i 50 anni. Le tre repliche, affiancate agli spettacoli di maggiore traino, servono a superare la capienza limitata del teatro, che negli anni precedenti ci ha costretto spesso a dire dei no, e per questo sono oggetto anche di un mini abbonamento, più gestibile sia come impegno che economicamente”.

Il commento del Direttore del TSU Nino Marino: “La Stagione del Teatro degli Illuminati si inaugura quest’anno con il debutto nazionale del pluripremiato regista Marco Tullio Giordana, che metterà in scena Il fu Mattia Pascal da Pirandello. Un rinnovato sodalizio quello tra TSU e l’amministrazione comunale che valorizza un magnifico teatro storico della nostra regione, non solo ospitando alcune delle più prestigiose compagnie nazionali, ma anche accogliendo importanti allestimenti e debutti. Oltre al testo tratto dal romanzo pirandelliano, il Teatro di Città di Castello ospiterà anche la prima assoluta di una nuova produzione dedicata al mito della Principessa Sissi. Un cartellone di rilievo per un Teatro sempre più protagonista della vita culturale regionale e cittadina”.

Programma:

  • 27 Ottobre – Progetto Chekov maratona Trilogia – Morlacchi
  • 6 – 7 Novembre – Il Fù Mattia Pascal
  • 30 Novembre – 1 Dicembre – Eretici
  • 29 Dicembre – Tuttorial
  • 12 Gennaio – Delirio a 2
  • 26 Gennaio – Callas,Callas,Callas
  • 22-23 Febbraio – Sissi l’Imperatrice
  • 28 Marzo – Mephisto
  • 10 Aprile – l’estinzione della razza umana

Domenica 27 Ottobre al “Teatro Morlacchi” di Perugia va in scena un imperdibile maratona teatrale: Progetto Cechov / trilogia (Maratona teatrale) di Anton Chechov e regia di Leonardo Lidi. “Tre case, o forse la stessa, tre famiglie, forse la stessa”. Leonardo Lidi porta in scena la trilogia completa dedicata ad anton cechov, progetto avviato nel 2022 con il gabbiano, seguito da Zio Vanja e che arriva a compimenti quest’anno con la messa in scena di “Il giardino dei ciliegi”.

  • IL GABBIANO (ore 11:30) : Il viaggio di Treplev e le perplessità di Trigorin ci domandano di cosa vogliamo parlare una volta saliti sul palcoscenico e in che modo; Il gabbiano ha rappresentato in maniera netta il parallelismo tra società e palcoscenico, fulcro del progetto Cechov, mettendo in scena madri, attrici, figli amletici, drammaturghi, registi, giovani attrici e spettatori annoiati.
  • ZIO VANJA (ore 15:00) : Una volta ucciso il gabbiano, ci concentriamo sulla storia della nostra strana società/Famiglia. Tutti i personaggi sbattono la testa nella sensazione di vivere in una stagione che ha perso la forza d’impatto. Un teatro che non crede più in sè stesso è un teatro ininfluente, un luogo che, nascondendosi nei fasti del passato, uccide la possibilità del presente.
  • Il GIARDINO DEI CILIEGI (ore 18:00): Un luogo che vive solo nel ricordo. Il nostro inutile giardino, il nostro teatro pubblico, non si può basare solo su i numeri e non si può valutare solo contando quante ciliegie produce di anno in anno.

      

INFO e Prezzi per l’intera maratona: 45 € – T 075 57542222 (non è previsto l’acquisto online) –  www.teatrostabile.umbria.it


La Stagione 24/25 del Teatro degli Illuminati di Città di Castello inizierà mercoledì 6 novembre  ore 20:45  con il debutto in prima nazionale del capolavoro della narrativa pirandelliana “Il fu Mattia Pascal”, interpretato da Geppy Gleijeses con la direzione di Marco Tullio Giordana. Sarà possibile anche assitere alla replica di Giovedì 7 Novembre ore 20:45.

Le vicissitudini di Mattia Pascal e del suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia (spiega il regista) tanti sono i colpi di scena, e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del secolo breve.” […]

Il fù Mattia Pascal, pubblicato nel 1904 è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale che farà dilagare nella lettura del novecento il tema del “Doppio” (doppelganger).


Sabato 30 novembre ore 20:45 e domenica 1 dicembre ore 17:00, l’eclettico autore e interprete Matthias Martelli in scena con il suo nuovo spettacolo “Eretici”. “Ci sono donne e uomini che nei secoli hanno percorso strade diverse da quelle indicate: Sono scenziati, Filosofi, artisti, pittori, giornalisti, liberi pensatori, che hanno scelto di essere diffidenti, rischiando la loro stessa esistenza. Il fuoco degli spiriti liberi, con cui intreccia le vite degli spiriti ribelli della storia raccontando come il loro coraggioso pensiero ardente abbia oltrepassato il tempo per sopravvivere ancora oggi”. […] 

Sulla scena un attore e tre cantanti disegneranno, con i loro corpi e le loro voci, personaggi, epoche, storie, unendo tragico e comico, grottesco e poesia, per scoprire infine che gli eretici sono ancora fra noi.

 

 

 

 

 

 

 

 


La Stagione prosegue domenica 29 dicembre  ore 20:45 con gli Oblivion (il gruppo comico musicale-teatrale composto da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli) che, incantati dal richiamo suadente del Metaverso, si proiettano nello spazio-tempo con un nuovo spettacolo interamente dedicato alla contemporaneità: Una costante riscrittura delle follie e delle stranezze legate alla civiltà digitale dove ritrovare a sopresa anchegrandi miti del passato in un imprevisto ritorno. Gli “OBLIVION” raccolgono la sfida di Tuttorial: guidare spettatrici e spettatori verso una vera e propria guida per autostoppisti moderni adatta a tutti: Boomer, Millennials, gen. Z, gen. Alpha, Neanderthal.


Domenica 12 gennaio ore 20:45 in scena il duo comico Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, con la direzione di Giorgio Gallione, in una veste inedita come interpreti di un piccolo capolavoro del teatro dell’assurdo di Ionesco: dove la cornice comica e beffarda e il funambolismo verbale fanno comunque trasparire una società che affoga nella tragedia quotidiana e nella sconcertante gratuità dei comportamenti e dove il linguaggio, invece di essere strumento di comunicazione è un ostacolo che allontana e divide.

Delirio a due: I due attori prestano alla paradossale commedia la loro naturale bizzarria, il loro talento imprevedibile e mai convenzionale, il loro gusto per il capovolgimento improvviso che disegna una situazione che è la perfetta, amara metafora dell’oggi, dove riso e sorriso evidenziano ancor più le paure di una società inaridita e patologicamente insoddisfatta di sé.


Il Cartellone del Teatro degli Illuminati prosegue domenica 26 gennaio ore 20.45 all’insegna della danza: nel centenario della nascita di Maria Callas, la Compagnia Opus Ballet rende omaggio alla “Divina” con lo spettacolo dal titolo “Callas, Callas, Callas” attraverso gli sguardi di tre giovani, tre “voci” e già affermati, coreografi dal linguaggio contemporaneo: Adriano Bolognino, Roberto Tedesco e Carlo Massari. Un titolo che è anche un invito, per lo spettatore, a scoprire o ritrovare la “propria” Callas tra le pieghe di un movimento o la coralità dell’ensemble, tra le sonorità elettroniche o i frammenti di arie celebri disseminati nelle coreografie.


Sabato 22 febbraio ore 20:45 e domenica 23  febbraio ore 17:00 un altro debutto in prima assoluta con “Sissi l’Imperatrice” di Roberto Cavosi, spettacolo dedicato all’inquieta e ribelle vita dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria, interpretata da Federica Luna Vincenti.

Il testo si snoda in vari quadri, ognuno dei quali prende in esame alcuni aspetti del carattere e del pensiero dell’Imperatrice: dalla filosofia al sesso, dalla politica all’arte, componendo un interessante ritratto generale che mette in luce una donna tanto anticonformista quanto profondamente frustrata dalla spietatezza della Corte Viennese, ma anche la grande poesia e la voglia di libertà di una creatura che si riteneva eternamente “chiusa in gabbia”. Anti-imperialista e disgustata dalle atrocità delle guerre che divampano intorno a lei, Sissi si dedica maniacalmente alla cura del suo corpo, una barriera contro il senso di morte che aleggia intorno a lei. Imperatrice a suo malgrado con la sensibilità delle sue ferite parla a tutti noi, alle nostre ferite.


Venerdì 28 marzo ore 20:45 il regista Andrea Baracco porta sul palco del Teatro degli Illuminati “Mephisto”.

Romanzo di una carriera, dall’opera più famosa di Klaus Mann.

“Succede con i libri come con le persone, gli incontri non sono programmabili. Così è accaduto con il romanzo di Mann (spiega il regista nelle sue note) si è presentato tanto inaspettatamente quanto potentemente. Forse per il periodo storico in cui è immerso, la Germania che si prepara alla Seconda guerra mondiale, o forse perché costringe a fare i conti con le debolezze, le ambizioni, i compromessi in cui, a volte, ci si ritrova coinvolti malgrado tutto, anche malgrado noi stessi”.

In Mephisto coesistono due storie, una è la storia del romanzo, la fabula; l’altra è la storia del romanzo tra infinite censure e processi decennali. Lo spettacolo è un lavoro di pregio, assai potente sia dal punto di vista scenografico che registro-interpretativo, affidato ad una compagnia teatrale capace di intonare in modo accurato la satira sociale.


A chiudere la Stagione, giovedì 10 aprile ore 20:45 , sarà il giovane pluripremiato autore Emanuele Aldrovandi con il suo suo grottesco e comico spettacolo “L’estinzione della razza umana” : la storia di due coppie che in seguito a una pandemia causata da un virus che trasforma gli esseri umani in tacchini, si ritrovano nell’androne di un palazzo assaliti da domande e paure. Il loro scontro diventa un esorcismo – catartico e liberatorio – che ci aiuta a metabolizzare il nostro presente con ironia, lucidità e un pizzico di surrealismo.

Un testo di impeccabile precisione: voglia di socializzare e tensioni crescenti, conflittualità ideologica e problemi economici, disaccordi di coppia e cnfuse inquetudini , un insieme di elementi che, detti così, evocano tante commedie, quando un gruppo di persone si trovano a condividere uno spazio, un tempo e cominciano a afre scintille che sono mtivo frizzante e intelligente di comicità”. Valeria Ottolenghi


Per consentire l’accessibilità degli spazi teatrali di TSU promuove sistemi di sostegno e tariffe ridotte per persone con disabilità e ai loro accompagnatori. L’ingresso in sala è privo di barriere architettoniche, alcuni posti in platea sono riservati a persone con mobilità ridotta, per le persone con difficoltà uditive e visive è riservato un posto in prima fila . è prevista una riduzione sul prezzo del biglietto (la riduzione è applicabile a soggetti con invalidtà o disabilità certificata e , se previsto, l’ingresso per l’accompagnatore ad 1 €).

Per garantire la migliore accoglienza preghiamo di avvisare anticipamente la biglietteria del teatro del vostro arrivo.

Sponsor: Europe Beyond Access Italia Olio Ranieri; artegraf, MUA.

Botteghino telefonico T 075 57542222 lun-sab 17:00-20:00

Ufficio servizi Cultura via XI Settembre 18 T 0758523171

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31 Agosto-15 Settembre. Inaugurazione mostra personale “Iron Heart” dell’artista Marco Bogliari

Sabato 31 agosto alle ore 17.00 nell’Ala Nuova della Pinacoteca Comunale di Città di Castello si terrà l’inaugurazione della mostra personale “Iron Heart” dell’artista Marco Bogliari.

La mostra è a ingresso gratuito e sarà visibile fino a domenica 15 settembre 2024, dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00.

La mostra è composta da circa venti opere, più altre trenta da svelare ai visitatori più curiosi, di varie dimensioni e di varie tecniche come l’acrilico su tela, la matita su disegni e i pastelli su carta, tutti eseguiti nell’arco di un triennio. Il giovane artista porterà i visitatori nel suo mondo navale, che fin dal mondo antico ha assunto un profondo significato.

“La nave da guerra da mezzo bellico di offesa diventa l’allegoria di coloro che alzano una corazza per affrontare le sfide di ogni giorno e possono apparire chiusi ed introversi, ma che dentro ribollono di passione e sentimenti”.

Chi è Marco Bogliari: nasce a Città di Castello nel 2000, dove tuttora vive e lavora. Ha frequentato la scuola d’arte di Riccardo Antonelli a Sansepolcro, poiché fin da piccolo aveva sviluppato una forte passione per il disegno. Nell’ambito della 40ma edizione del Premio Nazionale Fighille Arte ha esposto per la prima volta una collettiva. Amante della nautica e della vela trasporta le sue passioni nel disegno e nella pittura con risultati originali.

Per info:

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10–1314:30–18:30

Palazzo Vitelli alla Cannoniera – Pinacoteca Comunale, aperto giovedì

Mostra personale “Body Shadow” dell’artista Giovanna Rossi 9 – 25 Agosto

Venerdì 9 agosto alle ore 17.00 nella Manica Lunga della Pinacoteca Comunale di Città di Castello verrà inaugurata la mostra personale dal titolo “Body Shadow” dell’artista Giovanna Rossi. La mostra sarà visibile fino a domenica 25 agosto 2024. Verranno presentate circa dieci opere realizzate con tecniche dalla più tradizionale a quella più contemporanea. Il comune denominatore della produzione dell’artista tifernate è rappresentato dalle ombre: “Le ombre sono un elemento essenziale della nostra percezione visiva, poiché svolgono un ruolo cruciale nel modellare la nostra comprensione di oggetti e spazi. Le ombre non solo forniscono profondità e dimensione a ciò che ci circonda, ma fungono anche da specchio dell’anima, rivelando aspetti nascosti della nostra percezione”.

L’inaugurazione offrirà al pubblico l’occasione di assistere ad una interessante performance artistica per la quale Giovanna ha voluto accanto a sé amici artisti e collaboratori con i quali ha condiviso, nel tempo, il percorso di crescita artistica e personale. Si esibiranno Marianna Capaccioni per il canto, accompagnata al piano da Elena Barbafina, le poesie di Sabrina Fodaroni saranno interpretate dall’attore Andrea Bucci e danzate da Angelica Pettinari, allieva della Scuola Diamante Danza, le musiche del M° Fabio Battistelli e del M° Anthony Guerrini concluderanno la performance introducendo il pubblico alle suggestive atmosfere della mostra. Il video mapping sarà realizzato da Jacopo Tonelli di 321VIDEO.

Si ringraziano per il supporto, il regista Lorenzo Lombardi della White Rose Picture, il grafico marchigiano Andrea Amadi, l’imprenditore Marcello Mazzoni che ha sostenuto e sostiene nell’ombra attività artistiche, Cristina Goracci collante di tante manifestazioni artistiche cittadine ed in ultimo ma non per importanza, il Comune di Città di Castello per la sensibilità dimostrata.

Castello Bufalini – Offerta didattica e visite tematiche per bambini e adulti

Per l’anno scolastico 2023/2024 Castello Bufalini ha previsto una serie di proposte didattiche, visite tematiche e laboratori, studiati per diverse esigenze e fasce di età, per far conoscere a bambini e ragazzi i molteplici tesori contenuti all’interno del Castello: dalla sua affascinante struttura, agli splendidi affreschi, dal misterioso labirinto alla ricca collezione, senza dimenticare il ricchissimo archivio.

L’offerta didattica è promossa sia dal personale interno di Castello Bufalini che da alcune realtà presenti nel territorio, che collaborano con il sito museale.

Per informazioni:
www.musei.umbria.beniculturali.it/musei/castello-bufalini-san-giustino
☎️ 075 856115
📧 drm-umb.castellobufalini@cultura.gov.it

Mario Panconi – CONTAINERS (8 luglio – 19 agosto 2023)

L’inaugurazione della mostra, inserita nella rassegna CHIOSTRI ACUSTICI per l’estate 2023, avrà luogo domenica 16 luglio, ore 18.00

La mostra sarà visitabile fino a sabato 19 agosto presso Palazzo Museo Bourbon del monte (Monte Santa Maria Tiberina) negli orari di apertura:

  • martedì – domenica: 10.30-13.00/16.30-19.00
  • lunedì: CHIUSO