“ITINERARI MUA” – “MUSEO MALAKOS la più grande raccolta malacologica privata in Europa”

È la collezione di riferimento del CNR-ISMAR di Bologna per l’Italia ed è a disposizione di studiosi specializzati del settore, studenti e pubblico generico ed ha sede ella suggestiva Villa Capelletti a Città di Castello in provincia di Perugia.​

“Svolgiamo un fervente lavoro sulla didattica, nelle nostre aule e nelle scuole, trattiamo svariati temi che spaziano dalle scienze naturali, alla biologia, la chimica, la paleontologia fino ad arrivare all’antropologia. Utilizziamo la didattica informale con metodo induttivo hands-on declinato in tutte le sue forme, per fare divulgazione scientifica a tutti i livelli: dal nido, all’università, fino ai corsi per docenti.”


SEZIONE DEL MUSEO

Il filo conduttore dell’esposizione è la conchiglia, che parte per un viaggio attorno al mondo e nel passato per incontrare altri animali, piante, fossili e raccontare una storia straordinaria. Un percorso che ci porterà ad esplorare luoghi lontani ed epoche remote.                                                                                                                    Partiremo dalla stanza della Malacologia come campo base per innumerevoli scoperte, con la conchiglia che ci porterà per gli oceani con il Percorso blu e nei deserti e foreste con la sala della Terra; faremo poi un tuffo nel passato con i reperti fossili, le ammoniti e ci inoltreremo nelle viscere della terra grazie a minerali scintillanti nella sala di Geologia. Un’esposizione di Antropologia ci mostrerà pezzi originali che fanno parte del nostro lontano passato, per emozionarci con gli strumenti maneggiati dai nostri antenati ed infine un percorso immersivo dove coinvolgere tutti i sensi grazie alla Mostra sensoriale. Parole d’ordine “scoperta ed emozione!”

6 diverse sale e percorsi per un’esplorazione del pianeta terra e della natura. Ad ogni sala sono abbinati una visita guidata e un laboratorio pratico, prenotabili con le biologhe e con il paleontologo.

Focus spot su Pleurotomarie, rarissime da vedere soprattutto tutte insieme, e Murici, vetrine temporanee che cambieranno periodicamente per illustrare le famiglie di molluschi più particolari.​

Malakos ospita al suo interno anche la ricostruzione di una barriera corallina, composta da materiali provenienti dai sequestri dei carabinieri CITES, con specie endemiche, rare ed a rischio di estinzione.​


INFO e Prenotazioni

E’ possibile prenotare gite di un giorno intero o due, visitare anche l’antistante Centro delle Tradizioni Popolari e il pranzo al sacco.
📱  Per info 349.5823613 anche via Whatsapp
🐌 malakosmuseum@gmail.com

Direttrice e Project Manager: Dott.ssa Debora Nucci

Ricercatrice e Progettista: Dott.ssa Beatrice Santucci

Fondatore e Curatore: Prof. Gianluigi Bini

Paleontologo: Dott. Riccardo Ferri

Presidente: Giuliano Acquisti

“ITINERARI MUA” – “Rinascimento in Alta Valle del Tevere, percorsi Tifernati”

A Città di Castello Palazzo Vitelli alla Cannoniera è stato splendidamente affrescato intorno alla metà del Cinquecento per volere di Alessandro Vitelli da Cristofano Gherardi da Sansepolcro e da Cola dell’Amatrice, con l’intervento di Vasari. La galleria civica conserva poi opere di Spinello Aretino, Antonio Vivarini […] Pomarancio e Santi di Tito, nonché il magnifico Martirio di san Sebastiano di Luca Signorelli e una delle prime opere di Raffaello Sanzio, il Gonfalone della Santissima Trinità.

Anche il Museo del Duomo custodisce opere testimoni della vitalità artistica che nei secoli ha contraddistinto la città, come la Madonna col Bambino e san Giovannino del Pintoricchio, databile all’ultimo decennio del Quattrocento, un Crocifisso attribuito a Nero Alberti da Sansepolcro e il Cristo in Gloria di Rosso Fiorentino (1528-1530). Del sistema museale ecclesiastico fa parte anche l’Oratorio di San Crescentino di Morra, frazione di Città di Castello, con affreschi di Luca Signorelli e scuola (1504-1507 ca.).


Percorso Vitelli

A questa famiglia di abili politici, capitani di ventura e uomini di chiesa si devono, oltre al Palazzo della Cannoniera, almeno altri tre grandi palazzi: il Palazzo in piazza o all’Abbondanza, nell’antica piazza dei Vitelli, ora piazza Matteotti, il Palazzo a San Giacomo e Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, voluto alla metà del Cinquecento da Paolo e Chiappino Vitelli. Alla committenza Vitelli sono legati anche edifici fuori dal centro storico come la Villa di Garavelle, ora sede del Museo malacologico Malakos.

Le chiese Tifernati

Il percorso continua tra le chiese cittadine come la Basilica Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio che porta i segni del rinnovamento cinquecentesco promosso soprattutto dalla famiglia Vitelli. Vale la pena soffermarsi presso le chiese di San Domenico e San Francesco, dove un tempo erano conservate opere di Signorelli e Raffaello, e oggi sono ancora visibili i quattrocenteschi affreschi di Antonio Alberti da Ferrara  e l’Incoronazione della Vergine di Giorgio Vasari (1563), nella seconda.

Proseguendo verso nord, è possibile fare tappa a Pistrino, frazione del comune di Citerna, per ammirare la chiesetta di Santa Maria Assunta, che ospita affreschi rinascimentali di ispirazione o scuola del Perugino.

Andando ancora verso nord si trova il Castello Bufalini, un raro esempio di dimora storica signorile che conserva parte dei suoi arredi, l’archivio di famiglia e l’antico giardino. L’edificio, nato come fortilizio difensivo al confine tra lo stato della chiesa e la Repubblica Fiorentina, venne trasformato nel Cinquecento dall’abate Ventura Bufalini e del fratello Giulio in un palazzo nobiliare: il progetto architettonico venne affidato a Nanni Ongaro e gli affreschi a Cristofano Gherardi da Sansepolcro.

Verso sud a Monte Santa Maria Tiberina, la visita al Palazzo Museo Bourbon del Monte e alla cappella di famiglia nella pieve di Santa Maria Assunta permette di conoscere la storia dei Bourbon del Monte, una famiglia che in età moderna ha dominato i rapporti istituzionali e politici dell’Italia centrale, intesa come Toscana, Umbria e Marche- con il Gran Ducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.

Proseguendo ancora verso sud si può arrivare fino a Montone, che tradizione vuole sia stato edificato dalla famiglia Fortebracci. Nel XV sec., Montone vive il suo momento di maggior splendore grazie soprattutto alla figura di Andrea “Braccio” Fortebracci, ovvero Braccio da Montone, uno dei più grandi capitani di ventura italiani, che concepisce il disegno di creare uno Stato unico in Italia centrale con capitale Perugia. Qui si può visitare il Complesso Museale di San Francesco ricco di quadri rinascimentali tra cui spicca la Madonna della Misericordia (1482) di Bartolomeo Caporali.

“ITINERARI MUA” . Archeologia in Alta Valle del Tevere: Tracce e reperti Archeologici.

Gli Umbri erano un antico popolo italico di lingua indoeuropea che si ritiene giunto in Italia nel II millennio a.C., quando occuparono un’area che in epoca classica si estendeva dall’Alta Valle del Tevere fino al mar Adriatico. Tradizionalmente il confine naturale tra la popolazione degli Umbri e degli Etruschi era il fiume Tevere: i primi occuparono l’area a oriente e i secondi quella a occidente.

Lo confermerebbero i numerosi ritrovamenti di epoca etrusca avvenuti nella frazione di Fabrecce a Città di Castello.


Gli Etruschi furono un popolo dell’Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un’area denominata Etruria, corrispondente all’incirca alla Toscana, all’Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale.

A partire dal IV secolo a.C. si assiste alla progressiva espansione nella regione dei Romani. Dal I secolo d.C. l’Alta Valle del Tevere entra a far parte della VI regione augustea, l’Umbria, allora comprendente parte delle attuali Marche.

Con la fine dell’Impero, l’Alta Valle del Tevere si trovò nuovamente ad essere una terra di confine tra i Bizantini e i Longobardi.

Un itinerario archeologico in Altotevere può iniziare da San Giustino per visitare in località Colle Plinio i resti della villa di Plinio il Giovane in Tuscis e conoscere la storia di questo insediamento nel Museo archeologico allestito nella splendida Villa Graziani. Una collezione di busti di epoca romana, in parte riadattati nel Cinquecento, si trovano all’interno del Castello Bufalini e facevano parte della collezione di questa importante famiglia. Vale una sosta anche la cripta della chiesa arcipretale, databile al IX sec. d.C., che conserva al suo interno marmi di reimpiego, probabilmente provenienti dalla Villa di Plinio, e decorazioni di epoca altomedievale.


Salendo verso Monte Santa Maria Tiberina, dove è possibile vedere tracce di strade d’epoca romana, sono esposti all’interno del Palazzo Museo Bourbon del Monte reperti che vanno dalla preistoria al periodo longobardo, quando Monte Santa Maria Tiberina assunse la fisionomia di una fortificazione, più precisamente un castrum, posto sul confine del territorio longobardo con il corridoio bizantino.

A Città di Castello, antica Tifernum Tiberinum, la città romana si localizza nell’area meridionale del centro storico, in corrispondenza di un’ansa del fiume Tevere. Nell’isolato compreso tra via Oberdan e via Borgo Farinario sono visibili i resti dell’anfiteatro, risalente al primo secolo d.C. La Pinacoteca comunale conserva una piccola raccolta archeologica: all’ingresso sulla sinistra si trova un sarcofago del III sec. d.C. proveniente dalla frazione di Badia Petroia, mentre, una più ampia sezione sarà presto esposta nel rinnovato allestimento dedicato al museo della città. Nella sala del consiglio nel Palazzo comunale sono esposte epigrafi latine provenienti dall’area urbana e suburbana.

Proseguendo ancora verso sud, e salendo verso la città di Montone, è possibile visitare la sezione archeologica del Museo Civico all’interno del Complesso Museale di San Francesco, la quale custodisce i resti di una villa romana costruita nei pressi di Santa Maria di Sette nel II secolo d.C.

Scendendo ancora più a sud, presso la città di Umbertide, troviamo il Museo civico di Santa Croce.

Presenta un’interessante sezione archeologica: materiali ceramici dall’età protostorica al periodo ellenistico e romano, monete databili al IV-V secolo d.C. provenienti da un insediamento sul Monte Acuto e una stipe votiva con bronzetti di tipo italico del genere schematico a figura umana e animale, (VI-V secolo a.C.).

“ITINERARI MUA”. Arte Contemporanea in Alta Valle del Tevere: La terra del Passato e del Presente.

ITINERARIO CONTEMPORANEO:

Partendo dalla Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea, sede espositiva dedicata all’arte contemporanea. Nel corso degli anni sono stati allestiti eventi che hanno presentato opere dei maggiori protagonisti dell’arte italiana del Novecento: i futuristi Balla e Boccioni, Guttuso, Mafai, Scipione, Pirandello, De Chirico, Carrà, De Pisis, solo per citarne alcuni.Periodicamente nelle sue sale viene esposta la civica collezione della Rocca composta da opere donate nel corso degli anni da alcuni degli artisti ospitati. Periodicamente nelle sue sale viene esposta la civica collezione della Rocca composta da opere donate nel corso degli anni da alcuni degli artisti ospitati.

Interessante è anche il Museo Rometti che ripercorre la storia della rinomata manifattura di ceramiche umbertidese dalla prima metà del Novecento ad oggi. Con pezzi disegnati da protagonisti della arte del secolo scorso come Corrado Cagli, Dante Baldelli, mario Di Giacomo, sino alle collaborazioni di odierne  con artisti come Liliane Lijn, Chantal Thomass, Cèdric Ragot, Jean-Christophe Clair o Ugo La Pietra.

Proseguendo poi per il Complesso Museale di San Francesco in Montone,che spesso ospita, negli ampi spazi affrescati della Chiesa di San Francesco, mostre personali e collettive di artisti contemporanei. Arriviamo a Città di Castello, dove siamo accolti dalla Fondazione Albizzini Collezione Burri, ospitata in due sedi: il quattrocentesco Palazzo Albizzini e il complesso industriale degli Ex Seccatoi del Tabacco. Oltre duecentocinquanta opere narrano l’attività di uno dei più importanti artisti del Novecento internazionale: Alberto Burri (1915-1995).

Proseguendo, si giunge al cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera, sede della Pinacoteca comunale, dove in un’intera ala trova spazio la sezione dedicata all’arte contemporanea composta dalla collezione di bozzetti in gesso del tifernate Elmo Palazzi (1871-1915), le cui opere possono essere ammirate soprattutto: presso il Cimitero monumentale di Città di Castello, dalla donazione di sculture in bronzo di Bruno Bartoccini (1910- 2001), dalla donazione Giorgio Ascani (1926-2008), in arte Nuvolo, costituita da quindici opere dell’artista donate dalla sua famiglia al Comune di Città di Castello nel 2012 e, dalla Donazione Ruggeri, con opere fra gli altri di De Chirico, De Pisis, Dottori, Carrà e Mafai.

Merita una sosta anche il Centro di documentazione delle arti grafiche “Grifani Donati” 1799, punto di riferimento per conoscere l’opera e gli artisti che praticano ancora le antiche tecniche dell’incisione su lastre xilografiche o calcografiche e del disegno della pietra per la realizzazione di litografie.

Uscendo dalla città verso Nord, troviamo un piccolo gioiello nascosto di arte contemporanea a Pistrino, frazione del Comune di Citerna, dove ha sede il Museo Bartoccini, il quale custodisce una ricca collezione di opere donate alla cittadinanza dallo scultore Bruno Bartoccini (1910-2001).

Proseguendo ancora verso nord, si giunge a San Giustino che a Villa Graziani ospita due mostre permanenti con opere scultura, disegno e grafica di Bartoccini e le sculture di Attilio Pierelli (1924-2013), inaugurate rispettivamente nel 2014 e nel 2015.

 

“STORIE DI LIBRI, LIBERAZIONE E LIBERTÀ ” – Mostra Biblioteca Carducci (Città di Castello) 12 Gennaio – 12 Febbraio 2025

Il primo appuntamento sarà una mostra documentaria, che verrà inaugurata DOMENICA 12 GENNAIO 2025, ore 17:00 presso la sala E. Pirazzoli della Biblioteca comunale Carducci e che raccoglie le opere a stampa (in fascicoli e in volume), un quaderno in cui furono appuntate le barzellette, le matrici linoleumgrafiche delle illustrazioni, materiale relativo alla figura di Attilio Momigliano. La mostra resterà visitabile FINO al 12 FEBBRAIO negli orari di apertura della biblioteca.

“La liberazione dal nazi-fascismo è passata anche attraverso i libri. A Città di Castello è passata attraverso due pubblicazioni che, con la voglia di “riderci sopra”, hanno decretato la fine di quella paura e reverenza forzata al regime, che obbligava anche gli editori (come tutti) all’autocensura e, se non proprio all’omologazione al credo mussoliniano, all’astensione dalla critica aperta.”

Nel mezzanino sopra la libreria Paci di Città di Castello, piccolo luogo in cui continuò imperterrito lo scambio di idee e opinioni, il libraio editore Giuseppe Paci, l’Avvocato Rodolfo Palazzeschi e altri amici frequentatori ostinati del libero pensiero raccolsero in fogli e quaderni – segretamente, si può dire clandestinamente – materiale satirico sul duce e il regime: barzellette, storielle, canzoni… che poi confluirono nella pubblicazione, subito dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, de “IL BARZELLETTIERE, RACCOLTA COMPLETA DI BARZELLETTE DELL’ERA FASCISTA” e de “LA ROMANTICA AVVENTURA DEL PELATO”.

INAUGURAZIONE : 12 Gennaio 2025 – ore 17.00 (Sala E, Pirazzoli). La mostra continua fino a Mercoledì 12 Febbraio 2025

DOVE : Biblioteca Carducci – Città di Castello

“ITINERARI DI MUA” – “Castello Burbon” – Monte Santa Maria Tiberina. “Un Museo – migliaia anni di storia.”

MONTE SANTA MARIA IN TIBERINA – Palazzo Museo Bourbon del Monte

  • Proseguendo verso Uppiano si passa una località detta Dogana, evidente richiamo ad un antico confine, e si giunge a Monte Santa Maria Tiberina, dove è possibile visitare il Palazzo Museo Bourbon del Monte dove è possibile vedere tracce di strade d’epoca romana e dove sono esposti all’interno del Palazzo Museo Bourbon del Monte reperti che vanno dalla preistoria al periodo longobardo. “Quando Monte Santa Maria Tiberina assunse la fisionomia di una fortificazione, più precisamente un castrum, posto sul confine del territorio longobardo con il corridoio bizantino.”
  • Palazzo Museo Bourbon del Monte è uno degli edifici che più caratterizzano, anche visivamente, Monte Santa Maria Tiberina. Il suggestivo borgo murato, sviluppatosi intorno all’alta torre, domina a 360° il territorio e la sottostante Valle del Tevere da una altezza di 690 metri. In origine fù un semplice fortino con annessa torre d’avvistamento (XI sec.), il castello originario fu distrutto nel 1198 per volere di papa Innocenzo III e tempestivamente riedificato. Nel 1250 divenne la roccaforte di Guido di Montemigiano, primo dei cosiddetti Marchesi del Monte Santa Maria, e nel corso del tempo fu più volte modificato ed ampliato, raggiungendo la sua massima espansione nel XVI secolo, con i lavori promossi dal marchese Giovan Battista Bourbon del Monte. Inaugurato nel 2011 il palazzo ospita convegni, mostre ed esposizioni d’arte.

Modalità di visita: l’apertura regolare è prevista per i mesi estivi (vedi info su sezione del sito MUA)

info@montesantamariatiberina.org o telefonando allo 075 8571003 – interno 3€

 

“Vanna Vinci passaggi” 7 Settembre – 20 Ottobre, Mostra del Fumetto ED. 2024 . Palazzo Facchinetti

La mostra ❞𝗩𝗮𝗻𝗻𝗮 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗶. 𝗣𝗮𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶❞ celebra la straordinaria carriera di una delle più talentuose autrici del fumetto italiano. La mostra si terrà a Palazzo Facchinetti dal 7 settembre al 20 ottobre, offrendo ai visitatori un viaggio unico attraverso la carriera di una delle voci più significative nel panorama del fumetto italiano. Con oltre 300 opere in esposizione, tra tavole originali, bozzetti preparatori e memorabilia, la mostra propone un percorso cronologico che parte dal debutto di Vanna Vinci con “L’Altra Parte” (Granata Press, 1993) fino alle sue opere più recenti e conosciute, come “Frida, Operetta amorale a fumetti”. Ogni sezione espositiva è pensata per immergere i visitatori nelle storie dei personaggi creati da Vinci, permettendo di riscoprirli o di conoscerli per la prima volta.

Vanna Vinci è un’artista completa: scrive soggetti e sceneggiature, realizza disegni e colori, dimostrando una padronanza assoluta dell’arte del fumetto. La mostra vuole mettere in luce i molteplici livelli di lettura e le sfaccettature complesse delle sue opere, esplorando temi ricorrenti e l’evoluzione del suo stile sia dal punto di vista visivo che narrativo. Al centro della poetica di Vinci vi è una profonda introspezione e un’esplorazione continua dell’identità. I suoi personaggi affrontano tematiche legate alla scoperta di sé, al rapporto con il passato e alla ricerca di un senso nel presente. Il suo lavoro, infatti, rappresenta un viaggio attraverso le complessità dell’animo umano e le contraddizioni della società, sempre con una sensibilità unica. La produzione di Vanna Vinci, particolarmente quella degli anni ’90 e ’00, ha segnato un cambiamento significativo nel fumetto, introducendo un filone intimista innovativo che si distacca dai cicli dell’avventura classica. Questa svolta ha attirato un nuovo tipo di lettori, contribuendo a diversificare e arricchire il panorama fumettistico italiano.

Ed è così che la descrive Riccardo Corbò: “Tiferno Comics, in oltre 20 anni di attività culturale nel mondo del fumetto, ha ospitato i più grandi artisti della scena internazionale di comics, ma Vanna Vinci tra tutti è quella che ha meglio saputo raccontare l’avventura dell’animo umano, come della sua carne, in tutte le sue sfaccettature. Città di Castello, con la sua massima valorizzazione delle opere degli artisti, in contesti espositivi prestigiosi, si conferma una delle capitali del fumetto italiano.”

Chi è Vanna Vinci?: Nasce a Cagliari. Dopo essersi diplomata all’Istituto Europeo di Design di Cagliari, ha lavorato nel settore della grafica pubblicitaria per alcuni anni. Ha pubblicato due storie brevi su Fumo di China di Marcello Toninelli. Poi, alla fine degli anni Ottanta, folgorata sulla via di Bologna dall’apertura della Granata Press di Luigi Bernardi e Roberto Ghiddi, ha deciso di dedicarsi al fumetto ed ha pubblicato la sua prima vera storia (L’Altra parte) su Nova Express, a cui è seguito il volume.Da allora non ha mai smesso di fare fumetti. Dopo aver creato storie con a tematica quotidiana e intimista, con incursioni nel fantastico, nel racconto di fantasmi e altri aspetti del soprannaturale, ha inaugurato una serie di biografie a fumetti (la prima uscita nel 2013 per Dargaud) analizzando la figura e la questione femminile: La Casati, Tamara de Lempicka, Frida Kahlo, Maria Callas e le sette grandi libertine della Parigi della Belle Epoque di Parle-moi d’amour. Ha vinto lo Yellow Kid come miglior disegnatore nel 1999 e il gran Guinigi nel 2005. Nel 2001, il suo libro L’Età Selvaggia, scritto da Giovanni Mattioli, ha vinto il premio Romics come miglior opera di scuola europea. Nel 2015 ha ricevuto il premio Boscarato come miglior autore, nel 2016 il premio della Satira e nel 2021, il libro Parle-moi d’amour ha vinto il premio Coco come miglior libro dell’anno. Nel 2024 è stata insignita del Romics d’Oro. Vive e lavora tra Bologna, Milano e Cagliari. Il suo personaggio più ribelle rimane la bambina Filosofica.

 

Novità di quest’anno è anche l’ecosostenibilità della mostra, le gigantografie dell’allestimento, sono infatti state stampate su materiale completamente ecosostenibile e riciclabile. Un ulteriore upgrade di questa realtà che, nel suo piccolo, è attenta anche al rispetto dell’ambiente e cerca di utilizzare responsabilmente le risorse a disposizione. L’inaugurazione dell’esposizione sarà sabato 7 settembre alle ore 16.00 presso la Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Città di Castello alla presenza dell’autrice Vanna Vinci, della curatrice della mostra Vittoria Mainoldi di ONO arte e del Direttore scientifico Riccardo Corbò, oltre che degli amministratori comunali. Sarà questa l’occasione anche per consegnare la “Presidenza Eterna” a Gianfranco Bellini, che per oltre 20 anni ha guidato con passione l’associazione dando slancio a questa manifestazione che nel tempo ha avuto un richiamo non solo territoriale, ma anche internazionale. L’invito per tutti gli appassionati di fumetto, arte e letteratura, è quello di partecipare a questa straordinaria mostra, per celebrare l’opera di una delle artiste più rappresentative della scena contemporanea e per continuare a far battere il cuore pulsante della cultura e del fumetto.

Anche quest’anno, l’amico e ormai concittadino Vincenzo Mollica, ha supportato la mostra con una sua critica che va ad esaltare esattamente l’arte di Vanna Vinci, come solo la sua penna sa fare. Il leggendario giornalista e critico ha da sempre sostenuto con entusiasmo e passione la nostra manifestazione, Tiferno Comics. Il suo prezioso contributo, sia come conoscitore profondo del mondo del fumetto, sia come voce autorevole dell’arte e della cultura italiana, è stato fondamentale nel darci visibilità e credibilità. La sua vicinanza ci ha arricchito e motivato, contribuendo a rendere Tiferno Comics un evento di rilievo nazionale.

Venezia e Città di Castello unite dalla cultura. Quest’anno, infatti, la Mostra del Cinema di Venezia accoglie con grande attesa la presentazione del film “Callas”, un omaggio alla celebre soprano Maria Callas. In parallelo, al Tiferno Comics 2024, l’artista Vanna Vinci celebra questa icona senza tempo attraverso le sue splendide tavole illustrate esposte nella mostra a lei dedicata. Vanna Vinci, protagonista della nostra mostra, ha esplorato la figura della divina Callas in profondità, creando una narrazione intensa e suggestiva che unisce fumetto e biografia. Le sue opere originali, che sono parte della retrospettiva esposta a Palazzo Facchinetti, offrono un’interpretazione artistica straordinaria della stessa Callas, rendendo omaggio al suo mito immortale e alla sua complessa personalità. La coincidenza tra la presentazione del film a Venezia e l’esposizione delle opere di Vanna Vinci a Città di Castello crea un ponte culturale unico tra il mondo del cinema e quello del fumetto, entrambi volti a rendere tributo a una delle più grandi artiste del XX secolo. Un’occasione imperdibile per immergersi nell’arte visiva e narrativa di due discipline diverse, accomunate dall’amore per la figura inimitabile di Maria Callas.

Orari di apertura

Giovedì – Domenica 10 – 12; 16 – 19.30. ingresso 7 €

info: tifernocomics@gmail.com   www.tifernocomics.com

 

ARTURO VERMI : dal segno alla felicità (Rocca di Umbertide, 5 / 27 agosto 2023)

ARTURO VERMI : dal segno alla felicità

A cura di Simona Bartolena in collaborazione con Giorgio Bonomi

Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea,  5 / 27 agosto 2023

 

Inaugurazione: sabato 5 agosto 2023, ore 17.30

 

ORARIO DI APERTURA:

da Martedì a Giovedì, 10.30 / 12.30 – 16,30 / 17.30;

da Venerdì a Domenica 10.30 / 12.30 – 16,30 / 18.30;

Lunedì chiuso.

 

Evento realizzato in collaborazione con Archivio Arturo Vermi, Leogalleries e Ponte43.

 

 

 

Smettiamo di sentirci colpevoli di essere felici, siamo colpevoli di non esserlo!”  (Arturo Vermi)

Arturo Vermi nasce a Bergamo il 26 marzo del 1928. Dopo il trasferimento a Milano, ancora giovanissimo, si avvicina alla pittura da autodidatta, realizzando opere di matrice espressionista. La sua prima mostra, nel 1956, è ospitata nel Centro Culturale Pirelli, l’azienda per cui all’epoca lavora come operaio. Progressivamente, anche grazie alla frequentazione degli ambienti di Brera, la sua pittura si dirige verso uno stile di ambito informale. Dopo un soggiorno di due anni a Parigi, nel 1961 rientra a Milano e fonda con gli artisti Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga e il critico e scrittore Alberto Lucia il Gruppo del Cenobio, con l’intenzione di rinnovare i codici di scultura e pittura. Risalgono a questo periodo i suoi primi Diari. La sua ricerca nel segno proseguirà poi con le Presenze e le Marine. Tra i protagonisti del vivacissimo clima culturale del quartiere di Brera, Vermi frequenta anche le Botteghe di Sesto, altro luogo di riferimento delle avanguardie artistiche dell’epoca. Nel 1967 l’amicizia con Lucio Fontana si consolida e Vermi approfondisce con lui quel concetto di spazio che sarà poifondamentale nella sua ricerca futura, quando la dimensione cosmica prevale, in opere quali le Piattaforme e 100.000.000 di anni luce, Il 1975, definito da Vermi anno “Lilit”, è di fondamentale importanza per l’elaborazione della sua “proposta di felicità” espressa nel primo numero dell’“Azzurro”, rivista pensata per contenere solo buone notizie, che vedrà un secondo numero, distribuito alla Biennale di Venezia, nel 1978. Risale allo stesso periodo il “Manifesto del disimpegno”. Nel 1980 progetta e incide le Sequoie, sorta di tavole dei comandamenti che, l’anno successivo, durante un viaggio in Egitto con Antonio Paradiso e Nanda Vigo, restituirà simbolicamente a Mosè sul monte Sinai. Negli anni successivi nascono i Colloquie il ciclo Luna-Terra-Sole, che spingono l’artista a riavvicinarsi alla figurazione. La sua ricerca della felicità lo porta a identificare nell’orologio una delle cause principali dei mali dell’umanità. Progetta quindi L’Annologio, un “misuratore di tempo più umano” che si basa sullo scorrere delle stagioni, ma propone anche riflessioni, ancora tristemente attuali e sensibilmente in anticipo sui propri tempi, sulle condizioni del nostro pianeta con opere e azioni quali Com’era bella la Terra. Arturo Vermi muore a Paderno d’Adda (Lecco) il 10 ottobre 1988.

3ARTISTE CINQUE (Rocca di Umbertide, 8 / 30 luglio 2023)

La mostra, a cura di Giorgio Bonomi e Lara Caccia, continua la serie di esposizioni dedicate ad artiste di genere femminile iniziata nel 2016. Anche questa volta vengono proposte tre artiste che operano con diverse poetiche e differenti tecniche: Caterina Ciuffetelli è pittrice, Cristina Russo è scultrice, Paola Vianale realizza collage. Con tre “personali” queste artiste, provenienti da varie parti d’Italia, offrono uno spettro ampio dell’arte contemporanea, dall’astrazione all’arte concettuale, dalla installazione al collage.

Caterina Giuffetelli è nata a L’Aquila nel 1956 e vive a Terni. Il suo lavoro si distingue per la continua sperimentazione: utilizza vari materiali, dalla corda al filo, alla stoffa, dal gesso all’intonaco, dalla sabbia alla carta, dalla fotografia alla lana di pecora, dalla foglia d’oro al polistirolo, all’alluminio, al cellotex. Si tratta di materiali poveri, molti di utilizzo industriale, che vengono tagliati, manipolati e assemblati, senza mai però dimenticare il “quadro” che si presenta “pittorico” anche se non vengono usati i colori direttamente infatti sono le carte e le materie che sono colorate.

Cristina Russo nasce a Catanzaro nel 1986 e vive a Bologna. Dopo gli studi scientifici in Biologia, frequenta l’Accademia di Belle Arti. Si avvicina al mondo artistico dapprima in ambito musicale, poi in quello delle arti visive ricercando un equilibrio tra arte e scienza, e attratta fortemente dalla natura, non solo in quanto fonte di ispirazione, ma soprattutto in quanto dimensione da rivalutare, lavora sulla connessione dell’essere umano con le forme di vita circostanti. Così, accanto a “sculture”, realizzate con materiali naturali (terracotta, stoffe, estratti vegetali eccetera), esegue installazioni sempre con materiali naturali, quali rami e foglie.

Paola Vianale è nata a Pescara nel 1963 e vive tra la città abruzzese e Roma. Dopo una vita passata come manager nelle telecomunicazioni si dedica all’arte ottenendo subito notevoli risultati. Ha scelto il collage come suo mezzo espressivo. Con carte, fotografie ed altro “taglia” e assembla costruendo visioni, ora di architetture (di preferenza moderniste) ora di immagini astratte. Le immagini dimostrano un equilibrio compositivo e cromatico misurato, armonico anche quando gli elementi della rappresentazione sembrano deflagrare.

La mostra si inaugura sabato 8 luglio alle ore 17 e sarà visitabile fino al 30 luglio col seguente orario:
la mattina da martedì a domenica 10.30 / 12.30;
il pomeriggio da martedì a giovedì 16.30 / 17.30, da venerdì a domenica 16.30 / 18.30;
lunedì chiuso.

Mario Panconi – CONTAINERS (8 luglio – 19 agosto 2023)

L’inaugurazione della mostra, inserita nella rassegna CHIOSTRI ACUSTICI per l’estate 2023, avrà luogo domenica 16 luglio, ore 18.00

La mostra sarà visitabile fino a sabato 19 agosto presso Palazzo Museo Bourbon del monte (Monte Santa Maria Tiberina) negli orari di apertura:

  • martedì – domenica: 10.30-13.00/16.30-19.00
  • lunedì: CHIUSO